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Palazzo Panfilio ritrova l’antico splendore

Palazzo Panfilio ritrova l’antico splendore

Le abitazioni degli anni successivi l’hanno coperto, decisiva la tecnica di rilievo utilizzata dall’accoppiata Colla-Patricelli

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Tra viale Cavour e Corso Isonzo, esiste una costruzione antica ed elegante, sconosciuta da molti e di cui spesso ignorano l’esistenza gli stessi ferraresi: si tratta di palazzo Panfilio.

Questo palazzo, che risale alla fine degli anni ’20, rimane oggi nell’ombra per via delle più recenti costruzioni, che ne coprono una grande parte e ostruiscono la visuale degli osservatori, i quali, dal loro punto di vista in strada non possono che averne una visione parziale. Inaspettatamente, dai social network, arriva la rivendicazione di questa meraviglia architettonica ferrarese: è la collaborazione fra Ciro Patricelli e Franco Colla, infatti, a dare nuova visibilità a Palazzo Panfilio. L’incontro fra i due è nato proprio dall’idea di rivivere la storia di questo edificio, per poterlo valorizzare come merita, e grazie al contributo di Francesco Scafuri, direttore dell’Ufficio della ricerca storica, si può avere un’idea di quali siano state le sue vicende. Originariamente, il palazzo, costruito nel 1927 da Giacomo Diegoli, era un luogo di ritrovo signorile, all’interno del quale si svolgevano balli e feste: la celebrità dell’edificio, poi, venne esaltata grazie all’aggiunta di una raffinata pasticceria da parte dei fratelli Azzolini, i quali operarono anche un’espansione della stessa, affiancando un elegante ristorante.

Negli anni successivi al dopoguerra, però, Palazzo Panfilio cadde come luogo di ritrovo, e negli anni ’50 vennero costruiti gli odierni condomini antistanti, che come abbiamo detto nascondono la facciata principale. Dal punto di vista fotografico, possiamo dire che non è possibile arretrare a sufficienza sulla strada per avere l’immagine completa della facciata, a meno che non si utilizzi un grandangolo, che, come gli appassionati sapranno, falsa in maniera irrimediabile le proporzioni: è qui che entra in gioco il ruolo di Ciro. Il giovane ingegnere civile, infatti, ha utilizzato una complessa tecnica di rilievo, la fotogrammetria, di solito utilizzata in topografia e architettura, che permette di acquisire alcuni dati metrici di un oggetto, e consente quindi di ottenere la forma e la posizione di questo nello spazio. In questo particolare caso si sono ottenuti così diversi dettagli fotografici creando un “mosaico fotografico”, i quali sono stati ricomposti a livello manuale, facendo coincidere le sovrapposizioni delle varie foto realizzate.

La collaborazione tra Franco e Ciro è stata la chiave per unire due realtà molto diverse: quella di Franco Colla, possessore di un blog molto seguito (fedetails.net) che si occupa di architettura, arte e leggenda ferrarese, e che ha pubblicato la storia e la fotografia di palazzo Panfilio, e quella di Ciro (CP bikes), giovane, frizzante e tutta social, soprattutto utilizzando Facebook e Instagram. Ciò che si vuole comunicare, con questo articolo, è quanto sia necessario usare i social network anche per questi scopi, perché permettono di traslare dal reale al virtuale qualcosa di veramente utile, che può essere un incentivo per il turismo ma, soprattutto, un’opportunità per i Ferraresi stessi di conoscere la propria storia e la propria città.

Irene Lodi

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