Popvicenza-Carife, ieri solo la prima puntata
I dirigenti vicentini: la trattativa sugli sportelli può essere replicata in grande Le scelte sul trattamento degli addetti di Roma e Forlì diventano un precedente
C’è stato un passaggio dell’incontro per il trasferimento delle filiali romane e romagnole di Carife a Popvicenza, ieri mattina, che ha fatto rizzare le orecchie ai sindacalisti ferraresi presenti. Questa trattativa, è il concetto espresso dal responsabile delle Relazioni industriali di Popvicenza, Gianluca Reggiani, può essere il modello per una di scala maggiore. Tutti hanno naturalmente pensato alla possibilità che Popvicenza concretizzi l’interesse dimostrato in queste settimane per i libri contabili e gli asset dell’intero gruppo Carife, in un’offerta di acquisizione di una quota significativa della banca. Per il momento i vicentini sono impegnati nella trattativa con Banca Etruria, si sta andando alla formulazione di un’offerta e i preliminari non sembrano essere piaciuti agli azionisti della banca di Arezzo (-11,59% in Borsa in una seduta, in arrivo forse un’offerta mista cash-azioni). Il dossier Carife quindi sarà eventualmente preso in mano in seguito, e l’andamento della trattativa sulle filiali potrà dare qualche indicazione sulle intenzioni vicentine. Le 14 filiali romane (tutte tranne la prestigiosa sede e Monterotondo) e le due di Forlì-Cesena, infatti, contano un’ottantina di addetti in tutto, quindi l’accordo che equilibrerà costi e risparmi pesa poco per Popvicenza. Discorso completamente diverso se questa trattativa dovesse diventare un precedente per eventuali, futuri trasferimenti massicci del personale Carife: quindi le decisione prese in queste settimane sull’applicazione o meno dell’integrativo ai nuovi arrivati, oppure agli “sconti” sulle giornate di solidarietà previste dall’accordo sindacale ferrarese, diventano cruciali in prospettiva.
A Vicenza i sindacalisti ferraresi torneranno non prima del 3 maggio, visto che gli addetti della Popolare devono ora affrontare le assemblee per il rinnovo dell’integrativo. Di sicuro l’eventuale acquisizione da parte di Popvicenza sarebbe meno dolorosa, per Carife, rispetto ad altre ipotesi (Banca Intesa, per esempio) in termini di sovrapposizione di sportelli e quindi di potenziali esuberi. L’altra faccia della medaglia, emersa ieri durante le chiacchierate informali di contorno all’incontro con la banca, sta nel fatto che nelle acquisizioni già “digerite”, i vicentini non hanno quasi mai tenuto in piedi strutture operative centrali delle banche integrate. E Carife, negli uffici centrali mantiene circa 200 addetti.
Stefano Ciervo
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