La Nuova Ferrara

Ferrara

«Io, inventore della Booknomination»

di Samuele Govoni
«Io, inventore della Booknomination»

Si chiama Diego e vive a Cento l’ideatore della nuova catena che da diverse settimane sta spopolando su Facebook

18 aprile 2014
3 MINUTI DI LETTURA





di Samuele Govoni

Si . chiama Diego Balboni l’inventore della Booknomination, in risposta alla catena che nei mesi scorsi ha coinvolto soprattutto giovani e giovanissimi in pesanti bevute. Balboni, trent’anni, impiegato con la passione per lo scoutismo, per il basket e felicemente sposato, mette le mani avanti: «Non sono un bigotto ma questa cosa nella Neknomination proprio non la condivido». Lo abbiamo contattato affinché ci raccontasse le origini della “catena letteraria” che si sta diffondendo tra giovani e giovanissimi.

Come è nata l’idea di convertire la Neknomination in Booknomination?

«Ero stato nominato per una bevuta da un diciassettenne che frequenta il gruppo Scout di Cento. Guardandolo cercavo di capire il senso di questa moda che già avevo visto in altre occasioni. Il tutto mi ha messo tristezza e spontaneamente mi è venuto da rispondere così: leggendo la pagina di un libro».

Quindi invece che sottrarsi alla catena ha preferito rilanciare...

«Mi sono chiesto come avrei potuto accettare la sfida in modo diverso, non volevo sfilarmi dal gioco. Ero in casa, vicino a me avevo la mia libreria. Mi è parso naturale aprire un libro e riprendermi mentre leggevo, postare il video su Facebook e taggare».

E come funziona?

«Esattamente come la Nek, solo che invece di bere fino a stordirti leggi e penso sia decisamente più salutare. Dopo che sei stato nominato devi leggere, entro 24 ore, al mondo uno stralcio tratto da un libro che ami e nominare a tua volta qualche amico».

L’iniziativa ha riscosso un grande successo...

«Sì ho notato ma francamente non me lo aspettavo. Non mi sembrava di aver fatto un qualcosa di così particolare. Inizialmente in molti tra i miei contatti sono stati nominati e a loro volta hanno nominato. Poi la cosa si è ampliata e si è diffusa anche tra altre persone uscendo così da Cento e dal raggio di miei amici e conoscenti».

Che impressione le ha fatto la Neknomination?

«Come ho già detto, prima di tutto, tristezza. Penso sia una specie di “rituale”, un gioco, una prova che si deve superare per non essere escluso dal gruppo e per non essere etichettato come “sfigato”. Ma francamente credo che in certi casi sarebbe meglio fregarsene di quello che dicono o pensano gli altri».

Ma per tornare alla Book, quale libro ha citato nella sua “esperienza pilota”?

«Ho letto un passaggio di Soffocare (ed. Mondadori, 2001). L’autore, Chuck Palahniuk, è lo stesso che nel 1996 scrisse Fight club. È un autore per certi versi abbastanza forte. In particolare mi piace un passaggio, quello che poi ho letto in webcam, che dice: “Possiamo passare la vita a farci dire dal resto del mondo cosa siamo: sani di mente o pazzi, stinchi di santo o sessodipendenti, eroi o vittime, oppure possiamo scegliere da noi. E forse inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito”. Fa proprio al caso giusto no?».

Già. Bene, arrivati a questo punto la domanda è quasi obbligatoria: quali sono i suoi tre libri del cuore?

«Oddio! Risponderò senza pensarci troppo sennò rischiamo di non uscirne vivi! Vediamo - sorride - I libri di Gulbis perché, soprattutto da bambino, mi hanno insegnato il valore dell’avventura del quale tuttora sono innamorato. Poi c’è Il conte di Montecristo di Dumas e I promessi sposi di Manzoni. Ho avuto la fortuna di leggere quest’ultimo romanzo prima che mi fosse imposto dalla scuola ed è per questo che credo abbia conservato tutto un altro sapore».

©RIPRODUZIONE RISERVATA