Confagricoltura, con Guidi prosegue la riforma silenziosa
Il presidente nazionale riconfermato a larga maggioranza «Innovazione, semplificazione e sostegno alle imprese»
Il ferrarese Mario Guidi nei giorni scorsi è stato riconfermato alla presidenza nazionale di Confagricoltura. L'assemblea a scrutinio segreto lo ha riconfermato nell'incarico con una larghissima maggioranza. Ha ottenuto infatti 497 voti su 509. Con lui abbiamo fatto il punto sui primi tre anni del suo mandato alla guida dell'organizzazione e sulle sfide da affrontare nel corso del prossimo triennio.
«Confagricoltura - ha detto Guidi - oggi è pronta a cogliere la sfida che i tempi e il nuovo governo del Paese lanciano al sistema dei corpi intermedi nel suo complesso. Dal 2011 ad oggi sono avvenuti cambiamenti profondi e che si possono definire irreversibili, a livello nazionale ed internazionale, ed è ormai chiaro che niente potrà tornare come prima. La direzione è segnata: uno Stato più “magro”, un welfare più efficiente, mercati meno ingessati, regole meno asfissianti; attraverso riforme strutturali, la riduzione della spesa pubblica e delle partecipazioni dirette».
«In questo contesto - ha analizzato il presidente rieletto - anche le organizzazioni intermedie dello Stato, da quelle di rappresentanza alle istituzioni, comprese le province ed i piccoli comuni, sono in discussione al pari della dirigenza pubblica. Confagricoltura ha colto questi segnali da tempo e ha avviato un processo di riorganizzazione interna basato sull'innovazione, mentale, sociale, associativa, sindacale e organizzativa».
«Questo lavoro - ha proseguito Guidi - ci ha permesso di ottenere importanti risultati anche sul fronte normativo, che hanno generato un risparmio significativo per le imprese, che potrà aumentare ancora se verranno accolte le nostre proposte sulla semplificazione. Ma che soprattutto ci ha consentito di raggiungere gli obiettivi che l'assemblea mi aveva affidato tre anni fa, al momento della mia elezione. L'affermazione di una leadership nel settore, la promozione dello sviluppo delle imprese agricole, l'innovazione della nostra forma di rappresentanza».
«Ora - ha proseguito il presidente nazionale di Confagricoltura - siamo alla revisione di medio termine di un programma ambizioso, di una rivoluzione fin qui silenziosa, che vogliamo cominciare anche a comunicare. Siamo pronti per una fase nuova, quella di un sindacato che ritrova le proprie ragioni non solo nella tradizione e nella continuità, ma anche in una profonda rivisitazione del proprio modo di funzionare a favore delle imprese associate e nell'interesse generale del Paese. Non è un ragionamento solo organizzativo, ma soprattutto politico-sindacale. Perché su questa base si costruiscono le linee portanti dell'azione di rappresentanza, a partire dai prossimi appuntamenti, dalle elezioni europee alle decisioni sulla Pac (Politica Agricola Comune) e la stesura dei Psr (Piani di Sviluppo Rurale), dalla legislazione fiscale e del lavoro alla proposta economica o giovanile, fino a Expo 2015. Un appuntamento che sarà la vera occasione di confronto sull'idea di agricoltura che vogliamo sostenere ed affermare».
Andrea Tebaldi