La Nuova Ferrara

Ferrara

Ecco la Ferrara ancora con le transenne

di Gian Pietro Zerbini

A 23 mesi dal terremoto il punto sui monumenti lesionati. Aperture parziali e tempi lunghi per il completo recupero

20 aprile 2014
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Sono passati esattamente 23 mesi dal terremoto che il 20 maggio 2012 ha causato tantissimi danni anche al patrimonio monumentale della città di Ferrara. In questi quasi due anni è stato fatto tanto in termini di ricostruzione, con alcuni palazzi lesionati che sono tornati completamente agibili, dal Castello Estense, al Duomo, a palazzo Municipale, dopo interventi non facili finalizzati all’agibilità degli edifici pericolanti. In questa Pasqua 2014 ci sono però ancora molte strutture storiche chiuse al pubblico perché i lavori di ristrutturazione devono iniziare o manca ancora il via libera per avviare il restauro. Ecco la situazione del centro storico di Ferrara. Uno degli edifici più lesionati a Ferrara è palazzo Massari che era sede dei musei dell’Ottocento di De Pisis e Boldini. L’opera di restauro inizierà nel 2015 e il palazzo sarà agibile dal 2017 e tornerà ad ospitare le preziose tele dell’Ottocento e Novecento ferrarese che nel frattempo, da questo autunno, troveranno dimora all’interno del Castello Estense. Castello che nel frattempo è tornato completamente agibile con la ricostruzione delle torrette, ma deve subire un intervento di consolidamento come evidenziano i tanti cerotti applicati alle pareti. Proseguono anche i lavori al palazzo Diamanti, agibile comunque pure nell’ala Rossetti, che è stata riaperta in occasione della mostra sul Polittico Costabili. Più complesso invece il recupero dell’ala trecentesca di palazzo Schifanoia. Dopo la riapertura del Salone dei Mesi e della Sala degli Stucchi la scorsa Pasqua, è slittato di un anno l’operazione di recupero del rimanente complesso della delizia di via Scandiana per cui il bando partirà dal 2015. È previsto, sempre il prossimo anno, un intervento di risanamento di Porta Paola, salvata dal crollo con l’applicazione di speciali pali. Una volta messa in sicurezza, l’antica struttura seicentesca diventerà la sede del centro di documentazione delle Mura Estensi. Ancora da sistemare una grossa fetta di Palazzo Borghi in Corso Giovecca, sede dell’Archivio di Stato.

San Paolo, già lesionata ancor prima delle scosse di terremoto del maggio 2012,rimane una delle 16 chiese del centro storico di Ferrara inagibili e resteranno chiuse al pubblico ancora per molti anni. San Paolo dovrebbe diventare nelle intenzioni della diocesi la sede del museo diocesano, ma intanto è una corsa contro il tempo per salvare le opere. Quelle più a rischio si trovano all’interno della chiesa di San Domenico in via Spadari, alcune sono state portate in arcivescovado, altre hanno preso la destinazione dell’accademia di Brera per la conservazione e il restauro. Rimangono poi ancora chiuse la chiesa della Madonnina in via Formignana, San Benedetto in corso Porta Po, Santa Maria Nuova-San Biagio in via Lucchesi, Santo Stefano in piazzetta Saint Etienne, Santa Maria della Consolazione in via Mortara, Sant’Agnese in piazzetta Carbone, San Carlo in corso Giovecca, Santa Chiara sempre in corso Giovecca, Santissimi Giuseppe, Rita e Tecla in via Carlo Mayr, Santa Lucia in via Ariosto, Teatini in corso Giovecca, San Maurelio in via Rossetti, Stimmate in via Palestro. È vicino l’avvio dei lavori anche per Palazzo Renata di Francia, in via Savonarola sede del Rettorato dell’Università. La struttura è completamente da risanare al piano superiore, ma sono già stati rinvenuti i fondi per avviare la ricostruzione. Nel frattempo il rettorato è stato trasferito nel complesso di Santa Lucia in via Ariosto, ma dovrebbe ritornare in via Savonarola una volta terminati i lavori. Novità invece per la Certosa cittadina e l’annesso tempio di San Cristoforo. Nel primo caso entro l’anno verrà avviato il progetto per sistemare la zona ancora pericolante ubicata nel primo claustro e nell’area Massari. Per quanto riguarda la chiesa di San Cristoforo , l’apertura parziale rimarrà comunque un altro paio d’anni. Porte chiuse anche nel museo ebraico di via Mazzini dove i danni anche qui sono stati molto ingenti.