Ferrara diventa set per la pellicola muta di Massimo Alì
Il regista di “Mignon” torna a misurarsi con la cinepresa Storia d’amore tormentata durante la Grande guerra
di Samuele Govoni
Uno scatto rubato sulle mura di Ferrara ci riporta in un’altra epoca. Nei pressi del bastione di San Giovanni un ragazzo e una ragazza stanno discutendo ma non è una cosa reale, è un set; un set cinematografico. Chi sono e cosa facciano non si sa, la troupe ha avuto precisi “ordini dall’alto”: massimo riserbo su tutto e con tutti.
La città estense torna dunque terra di cinema e riprese. Dopo i grandi sfarzi del passato qualcosa torna a muoversi in città e basta una cinepresa, un piccolo set, per riaccendere quella curiosità che fa fermare i passanti ai margini della scena, su quella sottile linea di confine che delimita realtà e finzione. Il cast del cortometraggio, perché di questo si tratta, è composto da Stefano Muroni, Maria Di Tommaso, Edoardo Siravo e Massimo Malucelli. Dietro la macchina da presa c’è Massimo Alì Mohammad, il regista che l’anno scorso balzò agli occhi delle cronache cinematografiche e documentaristiche per “Mignon”, un vero e proprio omaggio al cinema pornografico della città, situato in una chiesa sconsacrata della città. E a proposito di questo, in molti sicuramente ricorderanno la sala Boldini strapiena per due proiezioni consecutive.
Ma per tornare al film in questione, Alì si sposta dal documentario al cinema di finzione vero e proprio, non solo: accantona anche il sonoro e abbraccia il muto per raccontare una storia ambientata nella Prima Guerra Mondiale. È tra il 1915 e il 1918 infatti che si svolge la vicenda. Una vicenda attuale ancora oggi; per quei pochissimi frammenti, che ci è dato conoscere. Un ragazzo e una ragazza sono profondamente innamorati ma il giovane viene chiamato alle armi ed è costretto a partire per il fronte. Unico obiettivo: tornare vivo dalla sua fidanzata. Ottiene un periodo di licenza durante il quale fa ritorno a casa. I due innamorati decidono di sposarsi ma, dove non arriva la guerra arriva il padre di lei. Il genitore infatti non vuole che i due si sposino: la figlia deve diventare la moglie di un suo amico appartenente alla broghesia ferrarese. Poco importa se il “terzo incomodo” sia molto più grande e che lei non provi sentimento alcuno per lui. La licenza finisce, il giovane soldato deve ripartire per una nuova missione e... Stop. Più di questo ora non si sa.
I costumi, tutti fedelmente riprodotti, sono stati forniti dalla sartoria storica ferrarese “Remo Buosi”, che ha lavorato con grandi produzioni.
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