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Venerdì salone nazionale delle sagre a Ferrara Fiere

di Maurizio Barbieri
Venerdì salone nazionale delle sagre a Ferrara Fiere

Il presidente Cattabriga: «Sono importanti per lo sviluppo ferrarese». In stand anche la Nuova

22 aprile 2014
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Mancano quattro giorni all’apertura del salone nazionale delle sagre (il Misen aprirà i battenti venerdì 25 presso i padiglioni di Ferrara Fiere e rimarrà aperto fino a domenica 27). Saranno una novantina le sagre presenti di cui diciotto ospiti provenienti da varie realtà italiane che vanno dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia, dalle Marche all’Umbria, dal Lazio alla Toscana, dalla Puglia alla Sardegna (è Montresta in provincia di Oristano a guadagnarsi il record della sagra proveniente da più lontano).

Qual’è l’importanza delle sagre dal punto di vista economico?

«Le sagre rappresentano un importante fattore economico - spiega Loris Cattabriga, presidente dell’associazione sagre e dintorni che opera in tre regioni (Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia) che conta oltre una sessantina di realtà associate - in quanto annualmente muovono tra un milione e mezzo e due milioni di euro e, si badi bene, questa cifra viene investita e spesa in grandissima parte sul territorio. Vorrei aggiungere che il cosiddetto km zero le sagre sono state tra le prime realtà a farlo».

Qualche esempio?

«Il pane viene acquistato dai fornai locali così come le bevande, poi vi sono le tovaglie, i piatti, i bicchieri, le stoviglie, i detersivi e tanto altro ancora. Per questi negozianti le sagre rappresentano un fattore economico decisamente rilevante. C’è poi un altro fattore».

Prego.

«Le sagre contribuiscono a tenere in vita quelle che nella stragrande maggioranza sono piccole comunità in quanto costituiscono momenti della vita sociale del paese. Molte sagre tengono in vita circoli come realtà parrocchiali, settori giovanili delle squadre di calcio».

Per quale motivo allora sulle sagre piovono tante critiche specialmente da parte delle associazioni dei commercianti, Ascom e Confesercenti in primis?

«Le critiche che ci vengono rivolte sono false. Le finalità che hanno le sagre non sono di tipo economico ma sociale in quanto vengono sostenute attività ludiche o sportive».

Si dice che le sagre non rispettano le leggi dal punto di vista amministrativo o igienico-sanitario.

«Un’altra falsità. Le sagre rispettano tutte le leggi esistenti sia amministrative che igienico sanitario ed i controlli effettuati dall’Asl assicuro che sono costanti e lo possono testimoniare i vari responsabili delle nostre sagre».

Ci vuol far capire che le sagre sono una cosa ben diversa rispetto alle attività di ristorazione tradizionale.

«E’ proprio così. Un’attività commerciale fa del guadagno la sua regola principale in quanto se non esiste il guadagno l’attività andrebbe in perdita e sarebbe costretta a chiudere, la finalità delle sagre invece è quella di tenere in vita le attività sociali del territorio ed in genere parlo di micro realtà con poche centinaia di persone, penso ad esempio a Santa Bianca di Bondeno o a Ponte Rodoni, a Diamantina o Madonna Boschi solo per citarne alcune. Queste manifestazioni contribuiscono ad accrescere il valore sociale».

Quali sono i motivi per cui nel corso degli anni le sagre hanno saputo ritagliarsi uno spazio così importante?

«A differenza delle feste di partito dove generalmente i volontari appartengono solo ad una parte politica alle sagre a dare un fattivo contributo è tutta la comunità. I partiti e la politica c’entrano nulla e poi il desiderio e la volontà di stare insieme».

Nell’ambito della fiera anche uno stand della Nuova Ferrara con una sorpresa per tutti i lettori.