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Bobby Solo, a 69 anni insegue il sentimento su e giù da un palco

Bobby Solo, a 69 anni insegue il sentimento su e giù da un palco

L’Elvis Presley italiano domani sera si esibisce ad Argenta «La musica è passione: non suono per timbrare il cartellino»

24 aprile 2014
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«Pronto, qui parla Bobby Solo», ha risposto così il celebre cantante quando lo abbiamo chiamato per l’intervista. Il suo vero nome, Roberto Satti, è rimasto sui solo registri anagrafici. Non c’è traccia di lui su copertine, dischi, foto autografate, riviste e premi.

Domani l’Elvis Presley italiano sarà al teatro dei Fluttuanti di Argenta e ci confessa: «A 69 anni ancora sul palco? Mi diverto perché continuo a inseguire il sentimento…».

Ascolta ancora Elvis Presley?

«Certo, Elvis è e rimarrà sempre il Re. Il rock proviene dal blues, ha una lunga storia e tante diramazioni. Se due voci autorevoli come quelle di John Lennon e Bruce Springsteen hanno detto che proprio con Presley è partito tutto, c’è da credergli; non penso si fossero sbagliati. E devo dire che i giovani stanno riscoprendo il rock’n’roll prima maniera, la scia londinese... Marlon Brando e Marilyn Monroe fanno parte dell’immaginario collettivo così come le canzoni dei Beatles o dello stesso Elvis».

“Una lacrima sul viso” è del 1964, immaginava possibile una vita così?

«Non mi sarei mai aspettato un successo simile. Ero timidissimo e soffrivo di questa mia timidezza. Quella la composi che avevo circa 18 anni, sapevo a malapena suonare la chitarra. Fu un miracolo. Quando ho iniziato a cantare non mi interessavano i soldi e il successo tant’è vero che al mio primo contratto firmai per ottenere il 2% dei guadagni sulle vendite; a un cantante normale all’epoca spettava almeno il 6%. Io non lo sapevo ed ero disposto a incidere anche gratis. Ancora oggi sono così. Fortunatamente questa passione non è mai diventata solo mestiere. Quando salgo sul palco non lo faccio timbrando il cartellino».

A proposito del concerto, ci può svelare la scaletta?

«Parto sempre con un rock’n’roll poi mi sposto sui classici del country, alcune canzoni italiane degli anni ’50 magari riarrangiate. Non ho una vera e propria scaletta, non l’ho mai avuta. Seguo il pubblico in sala, ascolto la gente. Forse sono incosciente e altri artisti più famosi e ricchi di me hanno saputo essere anche ottimi calcolatori ma io, cosa devo dire, a 69 anni continua a inseguire il sentimento».

Silvia Zaniboli, chitarrista ferrarese, ha condiviso il palco con lei…

«Ho un bellissimo ricordo di Silvia: mai ho sentito una donna italiana suonare il blues come lei. Certamente vorrei collaborare ancora con Silvia però mi dispiacerebbe prevaricarle altre strade. Dipende dal suo percorso artistico e se la sua strada si ricongiungerà con la mia ne sarò felice».

Perché non ha pensato di incidere un album dal vivo?

«Negli anni in cui ero all’apice l’incisione di dischi live praticamente non esisteva. Mi piacerebbe incidere un bel disco blues in un locale senza troppi sfarzi, in un’atmosfera intima e perché no – conclude Bobby Solo – magari ritrovandomi sul palco proprio con la stessa Zaniboni…».

Biglietti da 15 a 20 euro, informazioni al 333 3093374.

Samuele Govoni

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