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«Chiedeva continuamente: come stanno le mie figlie?»

«Chiedeva continuamente: come stanno le mie figlie?»

Le testimonianze dei primi soccorritori: «La donna era cosciente, si lamentava» «Ho visto la Panda spostarsi sul ciglio della strada, poi l’impatto con l’albero»

24 aprile 2014
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«Ero uscito per bere un bicchiere d’acqua, quando ho sentito un botto fortissimo provenire dall’altra parte della strada. Ho visto l’auto accartocciata contro l’albero e mi sono precipitato per prestare aiuto».

Renzo Righetti, dipendente della cooperativa Massa Quartesana, è stato il primo ad accorrere insieme al collega Giovanni Giatti sul luogo dell’incidente.

«La signora era cosciente, anche se si lamentava perché diceva di sentirsi mancare il respiro. Cercava di voltarsi verso i sedili posteriori, per vedere le sue bambine, e mi chiedeva come stavano, se stavano bene. Io ho cercato di tranquillizzarla, di dirle che stava arrivando l’ambulanza e che sarebbe andato tutto bene. E intanto sentivo un senso angosciante di impotenza, perché una delle bambine non rispondeva più e avrei voluto fare qualcosa per aiutarle. L’altra bambina era spaventatissima, voleva uscire dall’auto e chiedeva della mamma. Una scena che non dimenticherò mai. Adesso anche la notizia che purtroppo nemmeno la mamma è riuscita a sopravvivere... mi dispiace davvero tantissimo, sono disgrazie che lasciano senza parole».

Sono stati proprio Righetti e Giatti a chiamare immediatamente il 118, mentre cercavano di tranquillizzare la donna gravemente ferita e rassicurare anche la bambina più piccola.

Giovanni Giatti si trovava nello spiazzo esterno della cooperativa quando è avvenuto l’incidente e ha fatto in tempo a scorgere la Panda grigia che veniva da Ferrara, in direzione Masi Torello.

«Diversi metri prima dello schianto ho visto l’auto spostarsi verso il ciglio della strada, percorrere un tratto con le ruote sull’erba e andarsi a schiantare contro il platano. Fosse uscita di strada solo qualche metro prima, sarebbe finita nei campi... un destino terribile». «Le condizioni di una delle bambine sono sembrate subito disperate -interviene ancora Righetti - ho provato a chiamarla, ma non rispondeva più. La mamma invece parlava, pensavamo che ce la potesse fare, invece purtroppo nemmeno lei è sopravvissuta».(a.m.)