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Ferrara

Tumore non visto, maxi risarcimento

di Giancarlo Oliani
Tumore non visto, maxi risarcimento

Gli ospedali di Ferrara e Mantova condannati a pagare 650milaeuro a un paziente affetto da un cancro non diagnosticato

25 aprile 2014
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Due ospedali, il “Sant'Anna” di Ferrara e il “Carlo Poma” di Mantova, non gli hanno riconosciuto un tumore al cervello, i cui sintomi si erano manifestati già a partire dal 1996, vale a dire diciotto anni fa.

G.B. ora ha 68 anni ed è totalmente inabile al lavoro. Ha così deciso di trascinare in tribunale le aziende ospedaliere. e proprio in questi giorni si è conclusa una lunga causa giudiziaria che ha portato ad un maxi risarcimento: 650mila euro. Di questi 300 sono stati sborsati dall’azienda ospedaliero universitaria del Sant’Anna e gli altri 350 dall’ospedale mantovano.

Un risarcimento preteso e ottenuto sulla base del parere medico legale espresso prima da un consulente di parte e poi confermato dal consulente del giudice, il quale ha individuato nell'operato degli ospedali di Ferrara e Mantova oggettive responsabilità.

Il ritardo con il quale quel tumore è stato diagnosticato avrebbe causato infatti un danno biologico permanente e peggiorativo rispetto alle condizioni fisiche che hanno preceduto la cura. La vicenda del 67enne, sposato con due figli, passa attraverso atroci sofferenze, viaggi della speranza e inutili attese.

La sua storia clinica è da brividi. Affetto da ipertensione arteriosa, negli anni Novanta effettua controlli clinici e strumentali alla spalla destra la cui funzionalità va progressivamente peggiorando. Il 18 gennaio 1996 viene ricoverato al Poma per la paresi a uno dei nervi cranici. Vede doppio e lamenta forti disturbi sia all'udito che alle corde vocali.

Gli esami clinici eseguiti, evidentemente mal interpretati, non riscontrano alcuna patologia grave. Il 5 aprile dello stesso anno viene dimesso dall'ospedale con la diagnosi di paresi di due nervi ottici e per correggere la visione doppia che continua a mantenersi tale nel tempo, gli vengono prescritte lenti prismatiche, che allineano le due immagini in una. Il sollievo è solo temporaneo. Dopo l'ultimo ricovero, avvenuto all'ospedale Sant'Anna di Ferrara nell'agosto del 1996, all'età di cinquant'anni, torna al lavoro. Nel corso del 2000 però le sue condizioni peggiorano. Lamenta tosse e raucedine continue oltre a un ulteriore calo dell'udito.

Nel reparto di Pneumologia a Montescano di Pavia gli viene diagnosticata la sindrome delle apnee notturne. L'anno dopo, la visione doppia s'aggrava e una risonanza magnetica evidenzia una formazione solida all'interno dell'orecchio. È il tumore che progredisce. Nel 2002 viene sottoposto a un intervento chirurgico per la rimozione del cancro che coinvolge la zona del timpano e della giugulare. Il consulente tecnico del tribunale ha individuato precise responsabilità da parte dei medici del Poma di Mantova prima e del Sant'Anna di Ferrara poi. Entrambi gli ospedali, secondo l'accusa, non avrebbero riconosciuto per tempo il tumore al cervello. La tempestività della diagnosi avrebbe potuto alleviare le sofferenze del paziente e consentire terapie mirate contro la gravissima patologia. Una patologia che aveva manifestato i suoi primi sintomi quasi vent’anni fa. Un calvario incredibile che ha messo alle corde quella famiglia, sia dal punto di vista morale che finanziario. Finalmente la decisione del giudice, tanto attesa, è arrivata.

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