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FdI: liberateci dal sindaco Lodi: avete un dna fascista

FdI: liberateci dal sindaco Lodi: avete un dna fascista

Uno striscione esposto ieri mattina da Fratelli d’Italia davanti alle Pascoli Immediata la replica: si mette in discussione il meccanismo democratico

26 aprile 2014
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CENTO. Con uno striscione Fratelli d'Italia attacca il sindaco. E Lodi, in piazza Guercino, replica: «Nel simbolo di FdI c'è quello di Alleanza nazionale e in piccolo quello del Movimento sociale italiano. È qui il dna di quelli che 70anni fa hanno condannato il nostro paese al periodo più brutto della storia del mondo». Mattinata di bagarre ieri a Cento, iniziata alle 9.30 nel piazzale della Rocca con l'esposizione da parte di FdI, con il responsabile per l'Alto Ferrarese Georges Savignac, il consigliere provinciale Paolo Matlì e il candidato alle europee Alberto Balboni, di uno striscione con la scritta “Cento vuole la liberazione da Piero Lodi”. «Una protesta – spiega Savignac, anche portavoce di FdI a Cento - che si svolge davanti alle ex scuole Pascoli, abbandonate da 2 anni, simbolo del degrado della città». La protesta, ribadisce, è contro «le scelte di questa amministrazione di sinistra che continua a non ascoltare e a non rispondere, e chiediamo venga a Cento riconosciuta una “storia condivisa” e, assieme al 25 aprile, la commemorazione dei 7 fratelli Govoni». E proprio in occasione dell'intervento pubblico per la 69ª Festa di Liberazione, che il sindaco Lodi, visibilmente scosso, ha commentato: «Se anche politicamente irrilevante, il fatto secondo il mio punto di vista, è di una gravità assoluta. Per la prima volta nella storia di Cento, una forza politica ha scelto di violare il patto di non far politica il 25 aprile, da sempre festa di riunificazione e ripacificazione nazionale, nel rispetto delle posizioni di allora e di oggi. Gravissimo poi, che si scelga di usare uno strumento improprio per tentare di alimentare quel clima di violenza verbale in una città che non ha mai vissuto questi episodi e li ha sempre respinti con forza». Per Lodi - che nel pomeriggio ha avuto il pieno sostegno di Pd, Sel, Prc e Psi - la protesta di FdI è una «mancanza di rispetto, non tanto a me, ma al 25 Aprile e alla memoria delle persone che oggi celebriamo, associando la Liberazione al nome del sindaco. La città è stata liberata dai fascisti e deve essere liberata dalla violenza verbale e dalla profonda maleducazione politica di chi non sa più distinguere i confini del confronto». E, ha ribadito il sindaco, «non è Piero Lodi che si offende, oltre al fatto che Cento è amministrata da persone che si impegnano ogni giorno per provare a migliorare la città. Se ci saremo riusciti o no, lo valuteranno i centesi al termine del nostro mandato. Ma quando si mette in discussione il meccanismo democratico, quando ci si appropria arbitrariamente del diritto di processare gli avversari politici, trattandoli da nemici, siamo tutti in pericolo». Parole forti quelle del sindaco che ha ricordato le due marce in città «dal sapore retrò: episodi di cui Cento deve liberarsi immediatamente, perché vergogna per la nostra cultura democratica. Non è paura delle critiche, non è essere permalosi, ma la battaglia politica la si fa in consiglio comunale a colpi di idee, proposte e argomentazioni, non con la politica del pettegolezzo, del sospetto, o col sistema dell'esposto. Se abbiamo sbagliato, siamo pronti a ragionarne, ma finora non è successo che qualcuno abbia dimostrato un errore di questa natura. Che si faccia una querela, in modo che quando la causa sarà chiusa con la chiarezza dei fatti, sia possibile per il querelato chiedere i danni». (b.b.)