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Bobby Solo, magia nella semplicità

Bobby Solo, magia nella semplicità

Pubblico scarso ma soddisfatto per il concerto del sempreverde rocker italiano

27 aprile 2014
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Doveva essere un tuffo nel passato, negli anni ’60 e ’70, così è stato. Lui, Bobby Solo, accompagnato dalla sua band (e anche dalla giovane compagna, apparsa da dietro le quinte con in braccio il figlio di un paio d’anni), ce l’ha messa tutta e indipendentemente dal (poco, 150 persone circa) pubblico presente l’altra sera al teatro dei Fluttuanti di Argenta.

Occhialini sul naso - e non per un nuovo look ma per l’età che passa per tutti -, Bobby Solo, nonostante la bronchite ha dato prova di essere in gran forma. Quei toni bassi alternati con quel tipico vezzeggiare che l’hanno reso famoso, hanno davvero contribuito ad una rispolverata del passato, soprattutto per chi, in coppia in platea, ha vissuto la medesima stagione. Piegato sulla chitarra, pignolo fin troppo esagerato nel regolare i livelli del suono, Bobby ha anche scherzato, «Voglio evitare uno spettacolo stereotipato», ha detto.

E in infatti, senza una precisa scaletta e neppure un leggìo per molti, oggi, indispensabile per le parole o i pentagramma, Bobby Solo ha attaccato con quella sua passione per il rock and roll di Presleiana memoria e che l’ha reso famoso nei suoi 50 anni di carriera. E passando poi con disinvoltura al blues, alle ballate. Ha ricordato alcuni suoi amici come Bruno Martino, Iva Zanicchi (interpretando Zingara), Peppino di Capri (con “Nu è peccat”) per arrivare all’amico Little Tony, tanto da dedicagli quel Non si cresce mai cantata in duetto a Sanremo nel 2003. Erano attesi i suoi brani come Siesta, Non c’è più niente da fare, Se piangi se ridi, Cristina e “la lacrima” come ha definito quel successo sanremese cantato in playback e con quella pitturata di rimmel negli occhi. La conclusione l’ha affidata ancora una volta alla sua stella polare Elvis Presly, interpretando con vera passione quella Are you lonesome tonight (tradotta in Ti senti sola stasera da Michele).

Certo, sono state due ore di bei ricordi, di quando bastava un mangiadischi e un “lento” alla Bobby Solo per sognare su una mattonella, abbracciati ad una ragazza. Già! (g.c.)