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I giovani assicurano: #CeChiDiceNo

I giovani assicurano: #CeChiDiceNo

Al campo della Dribbling è andata in scena l’iniziativa di sport e riflessione contro il bullismo

27 aprile 2014
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Ieri pomeriggio i giovani della diocesi di Ferrara- Comacchio, della parrocchia di Massa Fiscaglia e non solamente loro hanno detto “no al bullismo”, piaga giovanile dei giorni nostri con cifre in aumento costante.

#CeChiDiceNO - i giovani d’oggi tra fragilità e bullismo: un pomeriggio tra sport, musica e riflessioni. Ecco il leit motiv dell’evento di ieri, che si è tenuto al campo sportivo della Dribbling in piazzale Camicie Rosse, a Ferrara.

Sport, dicevamo, anche perché l’ideatore della manifestazione, il 14enne Roberto Mazzanti, gioca a calcio. Così è stata organizzata una gara ‘secca’ fra i giovani delle parrocchie di Copparo e Massafiscaglia.

«L’ idea originaria era una gara di calcio – ci ha raccontato Luca Bianchi, altro organizzatore -, con l’auspicio di lanciare a tutti un messaggio, coinvolgendo il maggior numero di persone possibile». Bene, così è stato, dato che molti sono stati i ragazzi che si sono divertiti sul rettangolo verde cittadino della Dribbling.

«Vogliamo far capire – ha continuato Bianchi – che, oltre a molti giovani tanto fragili, c’è qualcosa di positivo: proponiamo un’alternativa a chi ha dei problemi».

Le note di Bella vita di dj Antoine e Born this way di Lady Gaga hanno fatto da preludio al momento di riflessione e condivisione. Luca ha ricordato alcuni episodi di bullismo avvenuti negli ultimi mesi, anche nella nostra città. «L’idea è buona e valida – le sue parole -, il fatto di essere qua può fare la differenza. Bisogna crescere, in quello che si dice e si fa: il mondo non è degli altri».

Anche Simone è sulla medesima lunghezza d’onda: «Diamo un segnale, dicendo non solamente “no al bullismo”, ma sì a molte altre cose. Insomma, vale la pena vivere».

Il pensiero comune è: amiamo noi stessi per quello che siamo. Il bullismo non deve accadere più. Il momento di riflessione e condivisione ha visto assoluti protagonisti Giovanni Seghi (psicoterapeuta e psicologo dello sviluppo) e Marcello Musacchi (insegnante di religione al liceo Ariosto di Ferrara). Seghi lavora a Mesola, in uno studio privato, occupandosi dei più giovani e collaborando con diverse associazioni.

«Conoscere il bullismo è importante – ha cominciato -, ancora più importante è cercare di fronteggiarlo. Il bullismo? È un insieme di tre elementi: le azioni di prevaricazione, il tempo, che deve essere ripetuto e gli attori, che sono tutti protagonisti, dal bullo, che si avvale di gregari ed osservatori, alla vittima. Bene, entrambi hanno grande fragilità interiore, alla lunga il bullo è molto più fragile della sua vittima».

Seghi ha spiegato come combattere il bullismo: «Gli amici sono fondamentali, anche se non bastano. Bisogna riuscire a fare alcune cose: riconoscere le emozioni, essere amati e sentirsi validi, credere nei valori che gli adulti ci trasmettono, il tutto non dimenticando che amici, famiglia e scuola – ha concluso il suo intervento Seghi – sono degli attori fondamentali».

Musacchi ha elogiato il titolo dell’evento, soffermandosi su un aspetto davvero fondamentale: «Impariamo a volerci bene per quello che siamo».

Prima del rinfresco, la 14enne Arianna Poli (studente del liceo Ariosto) ha letto una sua riflessione sul bullismo, racconto risultato vincitore del concorso ideato dalla Nuova.

Quello andato in scena ieri è stato un pomeriggio da non dimenticare facilmente, fatto di belle cose e belle parole. Perché la vita è bella e i molti giovani presenti, quelli che più di altri vivono da vicino la piaga bullismo, hanno detto “no al bullismo e sì alle molte belle cose della vita”.

Lorenzo Montanari

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