La Nuova Ferrara

Ferrara

Il racconto scelto dalla giuria è di Arianna

di ARIANNA POLI

di ARIANNA POLI È. buio. È tutto molto buio. Vuoi urlare. Spalanchi la bocca per buttare fuori tutto quell’inutile dolore che hai dentro. Non succede nulla. Sei vuoto, ti hanno preso tutto. Ti hanno...

27 aprile 2014
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di ARIANNA POLI

È. buio. È tutto molto buio. Vuoi urlare. Spalanchi la bocca per buttare fuori tutto quell’inutile dolore che hai dentro. Non succede nulla. Sei vuoto, ti hanno preso tutto. Ti hanno strappato la vita alla radice, come un fiore. Ti hanno lacerato con un’affilata lama lasciandoti una voragine sul bel mezzo del petto. Le loro voci rimbombano nella tua testa, non ti lasciano respirare, sono l’unica cosa rimasta. Rimani nella tua solitudine, ti chiedi perché tutto questo sta succedendo a te. Inizi a pensare che hai qualcosa di sbagliato, che sei strano. Forse, se gli altri se la prendono con te, c’è un motivo. Sei esageratamente piccolo e fragile, avverti come una mano stringerti il collo, fino a farti soffocare. Così ti senti: senza fiato. Sai che il tuo problema è riuscire a mascherare bene le debolezze. Potrebbe sembrare un vantaggio, perché nessuno così si accorgerebbe di cosa ti sta capitando. Di tutte le giornate che passi con la testa bassa, senza mai alzare lo sguardo, con le lacrime agli occhi. Di ogni volta che ti senti chiamare e deridere, di quando li senti vicini, quando hai il loro fiato sul collo e pensi che oramai sia finita, che anche se corressi non riusciresti comunque ad andare lontano. Tu, però, corri lo stesso. Scappi. Questo è quello che vuoi: andartene. Per sempre. Continui a sorridere agli altri, fingi. In realtà ti chiudi in te stesso e inizi a singhiozzare, in silenzio. Nessuno deve sentire, nessuno deve sapere. Vorresti una mano, che ti stringa e ti dica “Io ti aiuterò”. Nella tua mente sei ancora nel bel mezzo di una corsa, una corsa che va avanti da tempo. Te ne stai andando dalle tue paure, senza affrontarle. Non avresti bisogno di prendere fiato? Di pensare? Di raccontare a qualcuno i tuoi pensieri? Quindi fermati, solo per un attimo. Guardati, guarda dove le tue fragilità ti hanno portato, a come ti hanno ridotto. Oramai i tuoi occhi sono stanchi, e le tue ginocchia distrutte non ti permettono di portare ancora tutto questo peso. Crollare non fa per te, e anche se la situazione si fa sempre più difficile, resisti. Resisti perché sei forte, tu ne vali la pena.

Nessuno dovrebbe provare così tanto dolore, così velocemente. Nessuno dovrebbe andare a dormire la sera e, invece di essere curioso del domani, comincia a rimpiangere il presente e a temere il futuro. Ora alza quella testa, apri bene gli occhi e guarda chi ti ha fatto del male, fagli capire che cosa ha provocato in te. Incrocia i suoi sguardi più bui e fai vedere al mondo chi sei. Mostra agli altri quanto vali, demolisci le mura di debolezze che ti hanno ostacolato tutto questo tempo. Falle sparire, insieme ai tuoi timori più segreti. Una volta scomparsi, non torneranno più. Ora sei libero, hai vinto tu, ce l’hai fatta. Urla, e ascolta ogni minimo suono uscire dalla tua gola. Non avrai più bisogno di passare notti insonni, dove i minuti sembrano ore. Non dovrai più avvicinarti alla finestra e sentire la brezza per avere la certezza di essere vivo.

Adesso apri solo gli occhi e comincia a vivere. Vivi, ragazzo, vivi.