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«Presenteremo un’offerta per Carife»

«Presenteremo un’offerta per Carife»

Zonin (Popvicenza) ufficializza l’interessamento concreto per la banca ferrarese. A vendere può essere la Fondazione

27 aprile 2014
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L’interessamento della Banca popolare di Vicenza per la Cassa di Risparmio di Ferrara da ieri è uscito dai circuiti informali per approdare all’ufficialità. A margine dell’assemblea di Popvicenza, il presidente Gianni Zonin ha infatti ammesso di aver «presentato, la scorsa settimana, una manifestazione d’interesse per la Carife, che è stata accettata dai due commissari straordinari che hanno aperto per noi una “data room”. Adesso stiamo valutando la qualità dei crediti, le partecipazioni e tutti gli ambiti che potrebbero interessare per formulare un’offerta non vincolante. Poi, avendo tutti gli elementi a disposizione, vedremo se presentare un’offerta vincolante». Zonin ha ricordato di conoscere già dall’interno la banca ferrarese, avendo acquisito le 14 filiali romane e le 2 di Cesena e Forlì «che verranno inglobate dal prossimo primo giugno», sottolineando che l’interesse per Carife non è necessariamente collegato all’andamento delle due trattative in corso e in stato più avanzato, che sono Banca dell’Etruria e la Popolare di Marostica. «Alla fine potremmo prenderle tutte e tre, come nessuna. Ovviamente non dipende solo da noi» ha concluso Zonin, che però ha risposto immediatamente al cronista sul numero di sportelli sul quale sarebbe proiettato il gruppo in caso di triplice acquisizione: 1.026. Poiché l’obiettivo dei vicentini è da tempo quota 1.000, e la diversificazione territoriale in caso di acquisto della “locale” Marostica sarà praticamente obbligatoria, se ne deduce che Carife è l’operazione perfetta.

Come si potrà sviluppare la trattativa e quali possono essere le mosse dei soggetti ferraresi, a partire dalla Fondazione che detiene la quota di maggioranza della banca, per arrivare ai piccoli azionisti, dipendenti, correntisti e categorie economiche? La Fondazione ha da tempo affidato a Vitale e associati l’incarico di cercare acquirenti per il suo pacchetto azionario, ed a questo punto è chiaro che si tratta dell’intera quota: Ferrara è insomma destinata a perdere il controllo della banca. Se Vitale riuscirà a trovare un altro acquirente credibile, Intesa o altri gruppi, la trattativa potrà essere a rialzo, altrimenti Popvicenza potrà dettare indisturbata le sue condizioni. Il prezzo di acquisto, anzitutto, e a Palazzo Crema fanno filtrare che i 3,87744 euro ad azione usati per la maxi-svalutazione da far iscrivere a bilancio nell’assemblea di martedì, non sono una base di trattativa. Ma c’è anche il problema di come verranno trattati gli azionisti di minoranza, visto che Popvicenza potrebbe in ipotesi limitarsi a trattare con la Fondazione. La posizione di Palazzo Crema è tra l’altro indebolita dagli oltre 109 milioni di euro di svalutazioni, che intaccano il patrimonio e suggeriscono iniezioni di liquidi (niente concambi azionari), comunque necessario per sostenere l’attività caratteristica.

Vicenza soldi ne ha, 600 milioni di euro freschi di aumento di capitale già deliberato, e un altro miliardo nei prossimi 3 anni approvato dall’assembea. Bisogna vedere come intende spenderli.

Stefano Ciervo

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