La Nuova Ferrara

Ferrara

Franceschini sul Meis «Avanti, passo dopo passo»

di Marcello Pradarelli
Franceschini sul Meis «Avanti, passo dopo passo»

Da buon ferrarese fa un po’ di marketing per dare un futuro all’ex Bazzi «È in centro e ha un giardino, sarebbe un luogo ideale per aprire un ristorante»

28 aprile 2014
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Un assessore, specie sotto campagna elettorale, può essere più importante di un ministro. Questa è la prima verità rivelata dall’inaugurazione della mostra che Meis ha dedicato al “Mondo ebraico di Emanuele Luzzati”. La seconda verità, sancita sempre dal contesto del Meis, è che con la cultura si mangia davvero.

La prima verità. Il ministro della Cultura Dario Franceschini arriva con una mezzora buona di ritardo al vernissage del Meis. Alle 10.40 il taglio del nastro era cosa appena fatta e aveva da poco tagliato la corda anche il sindaco Tagliani. Ma non è fuori tempo massimo il ministro. Sono ancora tutti dentro, a parte il sindaco. Franceschini visita le sale insieme al presidente del Meis Riccardi Calimani, al presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche italiane Renzo Gattegna, alla sovrintendente regionale Carla Di Francesco, al vicesindaco Massimo Maisto, ai curatori della mostra. Tra una stretta di mano e un saluto dice qualcosa sul Museo nazionale dell’Ebraismo e della Shoah, per il quale Franceschini si è speso molto.

L’accidentato percorso che portò nel 2003 alla legge nazionale che istituì il Meis e poi la faticaccia di trovare i quattrini per trasformare un ex carcere in un museo multimediale Franceschini li condensa in una frase: «Sappiamo tutti che non è stato facile averlo e tenerlo». La traversata nel deserto finanziario non è ancora finita: «Il Meis - dice il ministro - va avanti passo dopo passo, come ogni cosa deve fare i conti con la situazione finanziaria. L’ultimo finanziamento è quello del decreto Valore Cultura -rammenta il ministro, riferendosi ai 4 milioni stanziati nell’agosto 2013 - che servirà per completare il primo lotto dei lavori. L’impegno del governo c’è e continua». Qualcuno gli sussurra che per grandi progetti culturali servirebbero governi stabili e duraturi. «È un discorso - osserva Franceschini - che non vale solo per il Meis e per i progetti culturali, ma per tutti gli interventi strutturali che richiedono tempo. Ma non è il caso di essere pessimisti, questo governo è nato per durare tutta la legislatura». Franceschini si guarda intorno con aria interrogativa: «Ma Tiziano dov’è? Ci siamo messaggiati fino a poco fa». Lo informano che Tagliani poco prima aveva inforcato la bicicletta per correre in Porta Reno all’inaugurazione della sede elettorale di Centro Democratico, la lista alleata creata quasi dal nulla dall’assessore all’ambiente Rossella Zadro. Così si era congedato Tagliani: «Mi dispiace per Dario, ma se non sono puntuale Rossella mi rovina».

La seconda verità. La visita è finita. Franceschini esce dal Meis, qualche parola ancora e pure lui è pronto per congedarsi: «Ora mi aspetta la parte familiare della visita a Ferrara». Ma ecco che in via Piangipame, rigorosamente contromano come si conviene a un primo cittadino ferrarese, spunta l’atteso Tiziano di ritorno da Porta Reno. Il sindaco: «Grazie Dario per essere venuto». Il ministro: «È stato un piacere, la mostra è molto bella». Dalla mostra alla buona cucina il passo è breve. Anche perchè la mostra presenta proprio un libro di cucina illustrato da Luzzati e davanti a al sindaco e al ministro c’è la “cuoca” che l’ha ispirato: si chiama Giovanna Guidetti ed è la titolare dell’Osteria La Fefa, storico locale di Finale Emilia, dove si cucinano anche piatti della tradizione ebraica. Prima di mettersi in cucina Giovanna lavorava in banca a Genova, la città di Emanuele Luzzati. Fu qui che nacque l’amicizia che portò fino al libro “A tavola con Duchi e Duchesse”.

Il racconto di Giovanna viene interrotto da qualcuno: «Ora che c’è il Meis bisognerebbe aprire un ristorante di cucina ebraica a Ferrara». Franceschini: «Signora, lo apra lei». Giovanna sgrana gli occhi e Franceschini in tono semiserio azzarda la proposta: «Scusate se faccio un po’ di marketing, ma l’ex Bazzi sarebbe un luogo ideale per aprire ristorante, è in pieno centro e sul restro ha l’accesso al Giardino delle Duchesse. Garantisco che una volta al mese verrà a pranzo una persona famosa». Giovanna, cuoca con notevoli riminiscenze bancarie, rilancia: «Servirebbe anche qualche contributo a fondo perduto». In tempi di spending review Franceschini non può che alzare le braccia. Ma intanto il messaggio è partito. Tagliani e Maisto lo arricchiscono di altri particolari. Giovanna Guidetti “La Fefa” si lascia trasportare volentieri: «Verrò a vedere questo ex Bazzi».