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Ferrara

ne fanno parte comacchio e lagosanto

Sanità, nasce il coordinamento dei comitati

Sanità, nasce il coordinamento dei comitati

I gruppi che in Emilia-Romagna difendono gli ospedali chiedono il confronto con la Regione

28 aprile 2014
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FERRARA. I comitati che difendono le strutture sanitarie locali si coalizzano per creare un tavolo di coordinamento regionale, capace di dare voce ai territori. L'iniziativa è stata presentata ieri a Ferrara nell'ex Sala Borsa dove, oltre ai rappresentanti di Consulta popolare San Camillo (Comacchio) e Comitato per la salvaguardia dell'Ospedale del Delta (Lagosanto), erano presenti anche quelli dei comitati di Porretta Terme, Fiorenzuola, Piacenza e Budrio. «Questo coordinamento regionale pro-ospedale intende informare la cittadinanza su quello che sta accadendo alla nostra sanità e - spiega Nicola Zagatti, portavoce del Comitato del Delta - e creare un tavolo di discussione con la Regione: ci rivolgeremo sia a Carlo Lusenti (assessore regionale alle politiche per la salute) e sia a Vasco Errani, governatore dell'Emilia Romagna. A questo incontro ne seguiranno altri gemelli, in tutti i territori che come noi versano in condizioni sanitarie precarie». Cittadine diverse afflitte da una paura comune: i servizi sanitari a fronte di una riorganizzazione che sembra non convincere e non aiutare il territorio. «L'ospedale di Fiorenzuola - spiega Elena Rossini - è senza sale operatorie da dicembre, i medici sono stati trasferiti in altre strutture e noi praticamente siamo senza ospedale». Emanuela Cioni, di Porretta Terme, racconta come abbiano chiuso il punto nascita nella loro struttura ospedaliera: «La comunicazione di chiusura è arrivata l'11 febbraio e il 14 febbraio l'hanno chiuso. Ovviamente non senza disagi. Distiamo una settantina di chilometri da Bologna, come è possibile che non ci sia un punto per le partorienti più vicino? Non solo, a breve verrà chiusa anche la pediatria. Vorrei precisare che il nostro non è un ospedale vecchio e fatiscente, anzi, è stato inaugurato il 5 febbraio 2010 e Errani allora disse: “Se ci sarà un euro disponibile andrà alla montagna perché è là che ci sono le esigenze maggiori”». Giovanni Gelli, della Consulta popolare e Nicola Zagatti hanno poi spostato l'occhio sulla situazione San Camillo perché «sembrerebbe che si stiano preparando a far sgomberare la struttura dagli occupanti. Vorremmo avere un confronto pacifico e democratico con la Regione, cosa che finora non ci è stata concessa». Inoltre, visti i risultati dell'ultima Conferenza territoriale socio sanitaria, faranno un esposto alla Corte dei Conti per capire perché «nonostante tutti questi tagli il costo procapite della sanità è aumentato». L'Emilia Romagna e la Toscana, hanno concluso i presenti, «erano due regioni invidiate da tutto il mondo per i loro modelli sanitari. Perché oggi sta accadendo tutto questo?».

Samuele Govoni