La Nuova Ferrara

Ferrara

giornata mondiale delle vittime dell’amianto

La lunga lotta alla polvere killer

La lunga lotta alla polvere killer

Nel Ferrarese intensa bonifica, ma si attende il picco delle morti

29 aprile 2014
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In Italia sono presenti ancora 32 milioni di tonnellate di amianto. Ieri si è celebrata la Giornata mondiale delle vittime dell'amianto e anche a Ferrara, come ogni anno, c'è stato un momento di incontro tra assessorato, sindacati e associazioni impegnate nella lotta a questa polvere. Al museo di archeologia l'assessore comunale all'ambiente Rossella Zadro ha aperto i lavori spiegando che «tanto è stato fatto da questa amministrazione ma tanto c'è ancora da fare. Abbiamo rimosso ingenti quantità, parliamo di tonnellate e tonnellate, di cemento amianto dai tetti dei capannoni del polo petrolchimico e al suo posto sono stati applicati pannelli fotovoltaici. Abbiamo stilato diversi protocolli per bonificare le aree anche in maniera gratuita, quando si tratta di piccole quantità e continuiamo a operare perché crediamo che la lotta a questa sostanza sia un'attività doverosa e necessaria». Ormai è di dominio pubblico che non solo chi per motivi professionali è, o è stato, esposto all'amianto, alle sue polveri, potrebbe ammalarsi. Ma anche chi indirettamente ha respirato queste fibre può aver compromesso per sempre, e a volte in maniera fatale, la propria salute. Con Vittorio Caleffi della Uil, arrivano un po' di dati generali: «Da numerose ricerche si stima che entro il 2030 l'amianto avrà causato 300mila morti: è una guerra. Il picco lo avremo tra il 2015 e il 2025. Dati alla mano, in Italia, l'amianto causa più morto degli incidenti sul lavoro. Nonostante si conoscano i danni permanenti che questo materiale è capace di arrecare alla salute, sono proprio i Paesi in via di sviluppo a utilizzarlo in maniera spropositata. In Cina ne vengono prodotte 450 milioni di tonnellate all'anno». Se il Comune di Ferrara è stato, dal suo canto, virtuoso nel contrastare questo problema, altri comuni non possono vantare la stessa accortezza e quindi come prima cosa, secondo gli addetti ai lavori, sarebbe doveroso fare un censimento nazionale dei luoghi contenenti amianto. Una mappatura capillare capace di dare il via ad azioni mirate. Alberto Alberti, presidente dell'associazione Esposti amianto e altri cancerogeni (Aeac), ha ribadito che «ogni cittadino deve essere responsabile, cosa significa? Significa non buttare lungo i fossi lastre d’amianto, non disperderlo nell'ambiente e procedere innanzi tutto con la messa in sicurezza del materiale e poi provvedere a uno smaltimento regolare. In questo modo si può parlare veramente di bonifica delle aree».

Samuele Govoni