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Sansoni ci racconta i cosmetici

Sansoni ci racconta i cosmetici

Nuova puntata della pagina fashion: «Un mondo affascinante e poco conosciuto: graduale scoperta e infinite possibilità di crescita»

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Tommaso Sansoni, nato a Montevarchi è biologo molecolare all’Università degli Studi di Firenze e ha ottenuto Master in Scienze e tecnologie cosmetiche all’ Università degli Studi di Ferrara. La passione per la scienza, e in particolare per il mondo cosmetico, gli è stata tramandata dai suoi genitori: «Mio padre è farmacista e mia madre ha un’azienda di produzione cosmetica da oltre 25 anni. Il mio approccio al mondo cosmetico è stata una graduale scoperta».

Chi è e cosa fa il Cosmetologo?

«La figura del cosmetologo in Italia è quella di un professionista del prodotto cosmetico a 360º. Al cosmetologo si richiedono competenze in chimica della formulazione, fisica degli elementi, tecniche di laboratorio e di processi industriali, fisiologia della cute, legislazione vigente, marketing e comunicazione. Il percorso formativo risulta dunque lungo e difficile, dal momento che le scuole di alta formazione sono accessibili solo a laureati in Chimica, Farmacia, Ctf e Biologia. Molto spesso si tende a confondere la figura del cosmetologo con quella di un consulente alle vendite in centri specializzati, o una sorta di dermatologo specializzato, o anche per un esperto di make-up. In realtà il cosmetologo lavora per la realizzazione di un prodotto, quindi principalmente per aziende cosmetiche, non è una figura con la quale si riesce ad avere facilmente un contatto diretto».

Ha frequentato il Master in Cosmetologia all’Università di Ferrara. Che esperienza è stata?

«Il livello di formazione che offre il Master di Ferrara è decisamente alto e le competenze acquisite nei due anni di frequentazione sono a tutt’oggi un notevole bagaglio che mi porto dietro. La “scuderia” di professionisti di cui si avvale il Cosmast è di primissima scelta. Negli anni in cui io ho frequentato il Master ho assistito ad una sorta di passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova gestione, seguendo un piano di ammodernamento del corso che sostanzialmente dovrebbe proiettare ancor più il Cosmast verso le nuove esigenze formative. Come ogni ex alunno, mi piace ricordare ed indicare due persone che, secondo me, hanno dato nuovo impulso al Cosmast: il prof. Stefano Manfredini, uno dei direttori, e la prof.ssa Silvia Vertuani, sia come docente che come coordinatrice didattica. Quello su cui ritengo il Cosmast possa ancora crescere è invece l’aspetto di collaborazione con le attività cosmetiche dislocate non solo nelle regioni del centro e nord Italia, dato che il blasone e il livello formativo del Cosmast, attrae professionisti da tutta Italia. Questo purtroppo è un dato frutto della crisi generale, che, anche se in minor misura rispetto ad altri settori, ha colpito anche l’industria cosmetica. E’ difficile trovare realtà produttive in alcune regioni d’Italia e quindi può risultare ancor più difficile l’inserimento di giovani professionisti in tali regioni, ma ritengo che su questo punto si possa ancora lavorare molto, cercando di scardinare anche il sistema del lavoro in Italia, seguendo un po’ il modello dei college americani (molto legati alle aziende private, alle quali sfornano continuamente professionisti già formati) per creare una rete di collegamenti tra Università ed aziende molto più fitta di quello che è adesso».

Ha dei ricordi particolari legati alla nostra città?

«Ferrara è una città molto bella, particolarmente “vivibile”, a misura d’uomo, anche se io non sono un grande amante della bicicletta. E’ stato un bel periodo e la città ha contribuito a far si che lo fosse. Si dice che la gente di Ferrar sia chiusa, io personalmente l’ho trovata educata, forse non particolarmente espansiva, ma assolutamente piacevole da frequentare. In due anni ho avuto modo di testare credo quasi tutti i ristoranti ferraresi, almeno nelle zone del centro, e devo dire che sono sempre andato via soddisfatto. Quindi a Ferrara non si fanno solo creme di bellezza, ma si mangia anche molto bene».

In quest’ultimo periodo si parla molto di prodotti di bellezza biologici, che ne pensa?

«Non sono un sostenitore del “bio” a tutti i costi. Potrà sembrare che la mia sia anche un’opinione contro corrente, ma ritengo che la tendenza del biologico, quando si parla del cosmetico, non soddisfi quasi mai le aspettative del consumatore per vari motivi. Ci tengo a sottolineare che è un parere personale, ma non ritengo che esistano prodotti in commercio completamente biologici, in grado di soddisfare i claim che vantano e questo va a scapito del consumatore. Tralasciando il fatto che la maggior parte dei prodotti bio non sono mai completamente bio, ritengo che l’efficacia di tali prodotti sia molto limitata, soprattutto se si scelgono prodotti bio a basso costo. Ci sono ottimi compromessi sul mercato per qualità, naturalità e prezzo del prodotto; non ho mai creduto alle crociate contro questo o quell’ingrediente, se non supportate da dati analitici seri».

A tal proposito molte persone hanno cominciato a crearsi cosmetici in casa con materie prime di diverso genere, la sua opinione in merito?

«Questo purtroppo è un tasto dolente, almeno per me, perché ritengo che il fenomeno sia completamente fuori controllo... e non è un bene. Non parlo da un punto di vista commerciale, su larga scala non incide minimamente sui consumi, ma da un punto di vista della pericolosità. Stiamo pur sempre parlando di materie prime provenienti dall’industria chimica, che, per quanto innocue nella maggior parte dei casi, subiscono poi processi di alterazione e/o miscelazione con altre sostanze, spesso senza il ben che minimo criterio, creando prodotti potenzialmente dannosi per la pelle. Anche se non stiamo parlando di farmaci salvavita è bene porre attenzione a quello che mettiamo sulla pelle; il problema non è farli in casa, ma farli con un metodo giusto, dopo essersi documentati bene sui possibili effetti negativi delle varie sostanze e non affidarsi al primo passaparola che ci giunge all’orecchio come fosse l’elisir di lunga vita. Ci vorrebbe molta più informazione corretta e molto meno fanatismo nel seguire comunità o falsi guru on line che dispensano ricette come fossero degli esperti alchimisti; ho visto e sentito di tutto purtroppo. Il ragionamento che faccio è molto semplice: non succede mai niente...ma se succede?».

La avremo ancora in futuro qui con noi a Ferrara?

«Sicuramente sì, attualmente ho anche dei prodotti che stanno testando proprio nei laboratori dell’Università di Ferrara per il lancio di un nuovo marchio che uscirà a brevissimo e ha visto impegnati me e i miei soci da oltre 2 anni nella messa a punto delle formulazioni, e sono sempre attento alle iniziative che l’Università propone in ottica anche di collaborazioni future. Quindi per me il legame con il Cosmast e con la città non si è mai interrotto».

Francesca Succi

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