La Nuova Ferrara

Ferrara

maxi frode da 130 milioni

Acciaio, il processo si spezza Stralciate 14 posizioni su 34

Il processo per la “maxifrode all’acciaio” - con ai vertici dell’organizzazione Massimo Ciancimino - si spezza in cinque segmenti. L’udienza preliminare di ieri si è infatti subito arrestata sulla...

30 aprile 2014
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Il processo per la “maxifrode all’acciaio” - con ai vertici dell’organizzazione Massimo Ciancimino - si spezza in cinque segmenti.

L’udienza preliminare di ieri si è infatti subito arrestata sulla questione preliminare, sollevata dallo stesso giudice, relativa alla competenza territoriale. Dunque le posizioni di quattordici dei 34 imputati per i quali la procura ha chiesto il rinvio a processo sono state stralciate e gli atti rinviati alle procure di competenza, stabilite principalmente sulla base della sede legale delle aziende coinvolte nelle presunte triangolazioni truffaldine: Reggio Emilia, Modena, Verona e Pesaro.

Dal processo “ferrarese” escono dunque Barbara Bonzagni, Tommaso Centomo, Marco Cuccaro, Delfino Rossano Fantuzzi e Italo Fantuzzi, Alberto Fochi, Marco Giora, Armido Manzini, Pietro Montaruli, Matteo Petrucci, Marco e Remo Predieri , Francesco Ridolfi e Francesco Russo.

Per gli altri 20 imputati, invece, la discussione è stata rinviata alle udienze del 19 maggio e 16 giugno: il gip dovrà valutare la richiesta di rito alternativo presentata dai difensori di due imputati con posizioni minori, mentre per gli altri dovrà decidere se rinviarli a giudizio o disporre l’archiviazione.

Secondo la procura tra il 2007 e il 2010 gli imputati avrebbero realizzato, con ruoli diversi, una “truffa carosello” che avrebbe fruttato 130 milioni di euro tra evasione fiscale (100 milioni) e Iva imposta ai compratori e non versata allo Stato (30 milioni). Secondo l’accusa avrebbero organizzato un maxi raggiro con la compravendita dell’acciaio, attraverso imprese e società coinvolte in triangolazioni fiscali tra Ferrara, Reggio Emilia e Repubblica di San Marino. I reati contestati a vario titolo sono evasione e frode fiscale, bancarotta, contrabbando, mendacio bancario, falsi in atti pubblici e privati.

Secondo gli inquirenti oltre a Massimo Ciancimino, figlio di Vito ex sindaco di Palermo, ai vertici c’erano Patrizia Gianferrari, Gianluca Apolloni e Paolo Signifredi, tutti rimasti al vaglio del tribunale ferrarese. Ferrara secondo la procura era infatti uno dei nodi cruciali dell’organizzazione con Mario Carlomagno, Mario e Massimiliano Paletta ed Elena Pozzati. Tra gli imputati anche Sauro Ravani, titolare della Ravani Acciai, Alberto Donini, Ermanno Faini, Ennio Ferracane, Giulio Galletto, Valter Lotto, Antonio Nobile, Giancarlo Paci, Matteo Luigi Padoan, Giancarlo Rinaldi e Giancarlo Vignudini.(a.m.)