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Processo alla maestra d'asilo: quattro famiglie contro

di Alessandra Mura
Processo alla maestra d'asilo: quattro famiglie contro

Copparo: accusata di abuso dei mezzi di correzione. I genitori hanno saputo dalla stampa che il processo era iniziato

30 aprile 2014
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COPPARO. Non sarà solo il Comune di Copparo a chiedere i danni alla maestra d’asilo sotto processo per abuso dei mezzi di correzione. Anche quattro famiglie di bambini che frequentano la scuola d’infanzia chiederanno di costituirsi parte civile. Se finora erano rimaste fuori dal processo, hanno fatto sapere all’udienza di ieri attraverso il loro avvocato Stefano Scafidi, è perché... non sapevano che ci fosse un processo, visto che il decreto di citazione come parti offese non era mai stato notificato. È stato attraverso gli articoli di stampa che i genitori hanno appreso che Mariella Andreotti, 48 anni, al momento trasferita a incarichi amministrativi, era a giudizio per i fatti contestati, e ieri si sono presentati in aula per far valere la loro posizione. Il giudice Stefano Amore, accogliendo le richieste, ha così disposto la nullità del decreto di citazione a giudizio per omessa convocazione delle parti offese, e ha aggiornato il processo al 18 settembre. Per allora le famiglie coinvolte avranno ricevuto la necessaria notifica e potranno unirsi al Comune di Copparo, già costituito attraverso l’avvocato Gianni Ricciuti. Respinta invece dal tribunale la richiesta, avanzata sempre dalle parti offese, di modificare il capo di imputazione in quello, più grave, di maltrattamenti. L’accusa dunque resta quella dell’abuso dei mezzi di correzione, accusa formulata dalla procura dopo la denuncia presentata dal padre di uno dei bambini: gli accertamenti non inclusero telecamere nascoste. Secondo gli elementi raccolti dagli inquirenti, tra il dicembre del 2012 e l’inizio di maggio del 2013 la maestra avrebbe in più occasioni usato maniere discutibili nel gestire i bambini sottoposti alla sua custodia. In particolare, nel capo di imputazione vengono contestati episodi durante il quali l’educatrice avrebbe pizzicato i bimbi durante le attività didattiche o il cambio dei vestiti, li avrebbe forzati a mangiare con un uso un po’ troppo energico delle posate, e li avrebbe spinti, strattonati e sollevati di peso quando piangevano o dovevano essere cambiati. L’insegnante, difesa dall’avvocato David Zanforlini, respinge le accuse. Per lei la procura aveva richiesto un decreto penale di condanna, ma il giudice aveva rigettato la richiesta e disposto il processo.