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dati istat allarmanti

Un pensiero doveroso anche ai tanti disoccupati

Domani è il Primo maggio, festa dei lavoratori. In un giorno come questo non andrebbe però dimenticato che in tanti vorrebbero lavorare ma, per un motivo o per l’altro, non riescono. Cominciamo...

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Domani è il Primo maggio, festa dei lavoratori. In un giorno come questo non andrebbe però dimenticato che in tanti vorrebbero lavorare ma, per un motivo o per l’altro, non riescono. Cominciamo parlando dei disoccupati. L’Istat, i cui dati sono aggiornati al 2013, segnala che il tasso di disoccupazione nella nostra provincia è del 14,2%, letteralmente esploso nel giro di un paio d’anni. Rispetto al 2012, quando si “fermò” al 11,1%, il tasso è aumentato di oltre un quarto, mentre rispetto al 2011 è più che raddoppiato, visto che in quell’anno fu del 5,9%. E non è “solo” il tasso di disoccupazione più elevato della Regione, visto che insieme con noi soltanto il Riminese ne presenta uno a due cifre (comunque inferiore: 11,5%) mentre gli altri territori vanno dal 9,9% del Ravennate all’8,4 del Bolognese al 7,6 del Modenese al 7,5% del Parmense e addirittura al 6% del Forlivese e al 5,9% del Reggiano. No: è anche il tasso più alto di tutto il Centro-Nord Italia, visto che per trovarne uno più elevato bisogna scendere fino al Lazio, a province come Latina e Frosinone, mentre le province di Avellino e di Potenza possono vantarne uno inferiore. Ed è, infine, un tasso superiore alla media nazionale, che l’Istat ha attestato (nel dato più aggiornato, riferito al febbraio 2014) al 13%. Un altro termometro per misurare la situazione sul mercato del lavoro va piazzato nei Centri per l’impiego. Lì, il numero di iscritti è andato crescendo. Il 31 dicembre scorso (anche in questo caso si tratta dell’ultimo dato disponibile) erano iscritte 34.759 persone, vale a dire quasi il 10% di tutti i residenti nel Ferrarese, neonati e ultracentenari compresi. E infine c’è chi un lavoro ufficialmente ce l’ha, dunque non risulta nelle statistiche dei disoccupati, ma di fatto vede ridotto o completamente azzerato il proprio orario di lavoro. Parliamo dei cassaintegrati a rotazione o addirittura a zero ore, una parte dei quali, quelli in deroga, quest’anno non hanno ancora ricevuto l’indennità. I sindacati hanno di recente reso un quadro della situazione: nel primo trimestre di quest’anno le ore di cassa autorizzate in provincia sono state tre milioni 257.604, più del triplo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Gabriele Rasconi