Otto risposte alla lettera del vescovo I commenti dei candidati a sindaco
Zamorani è il più distante. I più vicini Anselmi, Fersini, Rendine e Felloni. Morghen scherza un po’. Tagliani nemmeno un po’
Agli 8 candidati alla carica di sindaco la Nuova Ferrara ha chiesto un commento alla lettera che l'arcivescovo Luigi Negri ha indirizzato ai fedeli, ma non solo a loro, in vista del voto del 25 maggio(nel giornale di ieri la lettera di Negri è stata pubblicata integralmente). I candidati hanno anche potuto esprimere la rispettiva vicinanza-lontananza dal vescovo lungo la distanza da zero a 100 chilometri. Non tutti se la sono sentita di esemplificare in questo modo. Ecco le loro opinioni elencate seguendo l'ordine con cui gli 8 candidati a compariranno sulla scheda secondo il sorteggio del 28 aprile.
Giuseppe Fornaro (Prc. Pdci, Idv): «Al messaggio evangelico incardinato sull'amore sono molto sensibile, mentre sono molto lontano dal vescovo sui diritti civili, sul matrimonio e sul concetto di famiglia. Non possiamo parlare di amore e poi indagare su cosa succede sotto le lenzuola. La famiglia è quella che vive sotto uno stesso tetto, sia essa omosessuale o eterosessuale. Quanto alla sacralità della vita l'autodeterminazione della donna è un valore irrinunciabile, così come dovrebbe essere un diritto di tutti mettere fine in modo dignitoso alla propria vita quando ci si rende conto che proseguire toglierebbe dignità alla vita stessa. Concordo sulla libertà religiosa, ma rammento che l'insegnamento di ogni religione (art. 33 della Costituzione) dovrebbe avvenire senza oneri per lo Stato e rammento che la giunta Tagliani concede dei vaucher a chi manda i figli nelle materne gestite da istituti religiosi. Distanza zero su accoglienza migranti, lavoro, giustizia, pace. Lontani 100 km sui diritti civili.
Marica Felloni (Ferrara Futuro Insieme): «Si tratta di un intervento particolarmente equilibrato che correttamente invita i sacerdoti e gli organismi ecclesiali a mantenersi completamente estranei a partiti e schieramenti. Devo dire che vi è un apprezzabile equilibrio anche laddove monsignor Luigi Negri - e bisogna dire giustamente in quanto rappresentante della Chiesa e della comunità cristiana - invita i fedeli ad elaborare il proprio giudizio tenendo conto di tali valori. Come potrebbe essere diversamente? Analogamente sarebbe per così dire innaturale che un sacerdote invitasse o indirizzasse un fedele ad esprimere la propria preferenza per un soggetto politico che persegua valori contrari a quelli della Chiesa. È quindi condivisibile quanto espresso dal Vescovo: i fedeli siano liberi da condizionamenti, ma tengano fermi i principi ed i valori della cristianità. Mi sento a distanza ravvicinata» .
Vittorio Anselmi (Fi, Fdi, Lega Nord): «Quella del vescovo è una riflessione pacata e in linea con la missione che egli svolge, una volta tanto non mi è sembrato un intervento a gamba tesa nella politica, la lettera non entra nel merito dei programmi ma invita i fedeli a riflettere e a decidere sulla base dei principi che ispirano la Chiesa. Da laico mi sembra un intervento sobrio e corretto, mi auguro che nessuno dei candidati faccia la corsa per sostenere di essere l'autentico interprete del messaggio. Per quanto mi riguarda, non ho dubbi a dire che condivido al 100% i valori espressi nella lettera e quindi mi trovo a zero chilometri di distanza. L'essere in sintonia non significa per appropriarsi di qualcosa o rivendicare un primato. La politica è il vecolo attraverso il quale valori come la tolleranza, la famiglia, si traducono in atti concreti, credo che il vescovo chiede a chi amministra di impegnarsi in tale direzione».
Mario Zamorani (Un'Altra Ferrara): «Colgo una prima differenza abissale fra l'arcivescovo Negri e papa Francesco. Negri sale in cattedra e ci dà una lezione da professorino che sembra sapere tutto, Francesco si mette al nostro fianco e ci parla da amico. Ancora: Negri parte dai cosiddetti "principi non negoziabili" (che differenza dal lessico e dalla prosa di Francesco!) poi chiosa: ecco l'orizzonte immutabile di ogni giudizio. Considerando che la Chiesa ha ripetutamente dovuto chiedere scusa non solo per giudizi ma soprattutto per atti compiuti nel tempo, questa invocazione all'immutabilità mi sembra un po' imprudente, e non solo sul piano mondano. Ma dopo avere lungamente elencato e commentato una serie di principi non negoziabili, invitando quindi a sostenere quelle tesi e chi le condivide (quindi avversando chi non le condivide), Negri ammonisce a "rimanere completamente fuori dal dibattito". Ma è lui il primo a non averlo fatto! E pensare che in città ci sono persone che sostengono che una delle liste elettorali sia espressione diretta della Curia…Sono lontano 90 km da Negri e vicinissimo a papa Francesco che sta agli antipodi rispetto al vescovo di Ferrara.
Francesco Rendine (Giuistizio Onore Libertà): «Condivido quanto viene affermato nella lettera. Rispetto al pensiero dell'arcivescovo mi colloco a un chilometro di distanza». Il divario spaziale è unicamente sull'"accoglienza ai migranti nel rispetto della dignità della loro persona e delle esigenze del bene comune": «È un dato di fatto che il nostro paese non è in grado di accogliere i migranti in modo dignitoso, vedi i Cie, e non è in grado di dare loro lavoro, obbligando così i migranti a delinquere. Sono quindi d'accordo col vescovo se egli intende dire che li accogliamo se siamo in grado davvero di farlo, poichè però manca il presupposto di base allora anzichè accoglierli è meglio aiutarli a casa loro, ci costa di meno».
Francesco Fersini (Insieme in Comune): «Per noi quelli trtrattati nella lettera del vescovo Negri sono temi importanti, come dimostra il fatto che abbiamo organizzato un convegno (si tiene stasera) proprio sulla Dottrina sociale della Chiesa. La famiglia è al centro del nostro programma, famiglia, che pur nel pieno rispetto di ogni affettività, noi intendiamo fondata sull'unione tra uomo e donna. Le riflessioni del vescovo, però, non interrogano solo i fedeli, coinvolgono la coscienza di ogni persona, indipendentemente dalle convinzioni politiche e culturali. È importante che un corpo vivo come è la Chiesa contribuisca a questo dibattito e al raggiungimento del bene comune, che è poi uno dei compiti fondamentali della politica e della buona amministrazione. La distanza? Troverei sconveniente dire che non vi è alcuna distanza tra il vescovo e me, diciamo che mi trovo a dieci metri da lui».
Ilaria Morghen (M5S): «Pur parzialmente condivisibili, ma un po' sospette, le esternazioni del vescovo Negri sull'elencazione dei princìpi definiti "non negoziabili" da ricercare all'interno dei programmi elettorali in vista del voto di maggio (leggi :indicazioni di voto), ci inducono a rispondere, evidenziando quanto segue. Le indicazioni di rispetto della dignità umana del lavoro e della libertà umana del creato, leggi ambiente, incontrano il contenuto del programma e l'anima del Movimento 5 Stelle, che ha posto al centro la persona-cittadino, con il suo malessere sociale da eradicare, con una politica di rispetto delle libertà civili, di espressione, di giustizia sociale, all'interno della quale si colloca l'accoglienza costruttiva, non mistificazione, dell'emarginazione a cui assistiamo oggi, con la prospettiva realistica di un reddito universale. Vicinanza chilometrica? 11,8 chilometri come quella dell'Ospedale di Cona dal Palazzo Vescovile e dal Cremlino di Piazza del Municipio».
Tiziano Tagliani (Pd, Sel, Centro Democratico, Ferrara Concreta): «Colgo nel messaggio del vescovo un forte richiamo ai valori dell'impegno per il bene della comunità ferrarese. E' un messaggio che interpella tutti i credenti e, per quanto mi riguarda, sollecita la coscienza a ricercare le strade più coerenti e soprattutto efficaci per continuare in un lavoro oggi quanto mai difficile. Il rapporto con la comunità ecclesiale e la voce di chi ha più bisogno sono di grande sostegno». Quanto al chilometraggio Tagliani prende le distanze: «Non gioco con le parole del vescovo».
