Per il crollo del Palasport la perizia finisce a Parigi
Si allungano i tempi del processo per eseguire esami specialistici all’estero Il tecnico del giudice deve individuare le cause del cedimento della struttura
PORTOMAGGIORE. La perizia tecnica sul crollo del Palasport di Portomaggiore non è ancora pronta: per questo motivo l’ingegner Trombetti, perito del giudice Attinà, ha chiesto un’altra proroga di 4 mesi per concludere gli esami tecnici che si possono eseguire solo in laboratori specialistici, tra cui uno a Parigi. Per questo motivo, dunque, è stato giustificato il ritardo nella consegna dei risultati dell’atto tecnico che doveva essere depositato nei giorni scorsi e discusso all’udienza di ieri.
Per il processo in corso da anni sul crollo che che causò danni per 860mila euro, si prevedono tempi lunghi: il giudice ieri mattina ha annullato tutte le udienze fissate e convocato le parti per il prossimo ottobre, quando l’ingegnere Trombetti potrà illustrare a difese e parti civili i risultati del proprio lavoro. Gli imputati sono 8, tra questi, i fratelli Giovanni e Pasquale Canalicchio, titolari della ditta di Terni che realizzò i materiali per sostenere il tetto. Poi l'ingegner Luisa Cesari, direttore dei lavori per il Comune di Portomaggiore; l'ingegner Giuliano Mezzadri, collaudatore della struttura; i dirigenti della Ceb, Piero Giori e Gianni Donato e l'amministratore della Sole Engeneering di Terni, Stefano Tommasi , le imprese che costituirono l'Ati vincitrice dell'appalto. Al processo si sono costituiti parte civile il Comune di Portomaggiore e la Provincia di Ferrara.
