«Penalizzata la green economy»
Un nuovo decreto crea problemi a chi ha investito sulle rinnovabili
«Dopo gli interventi normativi introdotti con il decreto “Destinazione Italia”, che ha ridotto mediamente del 40% i prezzi minimi di vendita dell'energia elettrica da fonti rinnovabili, l'aggravio fiscale previsto recentemente con il “decreto competitività” rischia di compromettere definitivamente l'equilibrio economico-finanziario delle imprese agricole che hanno investito nel settore delle rinnovabili». Lo afferma Confagricoltura Ferrara che aggiunge: «La determinazione del reddito con l'aliquota del 25% sull'ammontare dei corrispettivi, con il cambio delle regole d'imposizione in corso d'opera, penalizza gran parte della green economy agricola, pregiudicando la sopravvivenza delle iniziative in essere sul fotovoltaico, le biomasse e il biogas. Non si tiene conto che si tratta di attività profondamente collegate a quelle agricole, che permettono di utilizzare sottoprodotti, residui, reflui e rifiuti, con benefici anche per l'ambiente. In tale modo non solo si compromettono le attività di produzione energetica, ma si incide negativamente anche sull'attività agricola e zootecnica, su cui tali iniziative insistono. Se non si interviene rapidamente, le imprese agricole con impianti già in esercizio, colpite dalle nuove disposizioni, potrebbero essere indotte a cessare le loro attività, con riflessi su occupazione, economia ed ambiente. Al fine di proporre un livello di tassazione che sia sostenibile da parte delle imprese ed in linea con i loro effettivi utili, Confagricoltura ha ritenuto opportuno presentare una proposta di modifica rispetto a quanto introdotto dal D.L. 24 aprile 2014, n. 66 ("decreto competitività"), accompagnata da una valutazione sull'impatto della nuova norma sul settore.
«L'emendamento - precisa Confagricoltura Ferrara - prevede l'applicazione della norma sui corrispettivi relativi alla sola componente riconducibile alla valorizzazione dell'energia ceduta al netto dell'incentivo, viene fissato a 15% il coefficiente di redditività e si prevede la possibilità di forfetizzazione. Il gettito stimato sarebbe pari a circa 34 milioni di euro, a fronte dei 45 previsti dal Governo». Fermo restando le proposte presenti nell'emendamento, Confagricoltura chiede di "mantenere in reddito agrario una parte della produzione di energia. Chiediamo al governo di ripensare questa misura penalizzante». (a.t.)