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I candidati promettono giorni roventi

I candidati promettono giorni roventi

Le risposte alla provocazione della Nuova Ferrara sulla staticità del confronto. Chi è Biancaneve e chi sono i sette nani?

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Oggi il contatore elettorale segna -14. E a due settimane dalla fine della campagna elettorale c’è chi si chiede se a Ferrara sia iniziata veramente.

Vittorio Anselmi, candidato sindaco di Forza Italia, Lega e FdI, ammette «la difficoltà di far passare un livello di dibattito adeguato, concentrato sui temi, col risultato che il confronto resta di basso profilo». Ma la figura di Biancaneve e dei sette nani, delineata ieri dal fondo del direttore della Nuova Ferrara, Stefano Scansani, la sente poco appropriata: «Se la discriminante è l’altezza fisica non so chi possa sentirsi Biancaneve e chi un nano», ammicca. Non perde invece di vista la questione centrale e spiega «che noi non vogliamo una campagna elettorale che tratta i problemi con la pancia anzichè con la testa. La sicurezza non si risolve con i cani poliziotto, vestendosi da sceriffo o da Zorro, come ripetono altri candidati. Deve essere chiaro che vogliamo ridurre il peso del ‘pubblico’, vogliamo meno regole e più spazio ai privati nei settori dove lavorano bene, restituire qualità a un quartiere come il Gad per aiutare i cittadini e le forze dell’ordine a migliorarne la vivibilità».

Guarda altrove, intanto, Ilaria Morghen (M5S), e addita «stampa e tv», colpevoli di «censurare le iniziative del movimento». Morghen l’altro ieri era a Bologna assieme a Grillo. Bagno di folla, massima copertura dei mass media. «Ma a Ferrara - dice - quello che diciamo non passa. Sulla sanità abbiamo già spiegato come la pensiamo». Nessun timore reverenziale nei confronti del vertice dell’azienda ospedaliera, i direttori generali «sono nominati dalla politica e hanno incarichi rinnovabili, io ho vinto un concorso pubblico e sono dipendente a tempo indeterminato. Su Cona stiamo seguendo il processo in corso, sappiamo che quella struttura, costata centinaia di milioni di euro, forse non ha la durabilità che era stata richiesta (100 anni, ndr) e questo ricadrà sui nostri figli. Il Pd continua a mistificare, parla di ospedali di comunità e ospedali di primo livello, in realtà sta realizzando ortogeriatrie e residenze lungo-assistenziali».

Bacchetta l’informazione anche Giuseppe Fornaro (Valori di sinistra) per il quale è proprio il sistema locale «il vero nano». Gli argomenti che meritano di essere citati in campagna elettorale, come la geotermia, sottolinea, li ha già portati all’attenzione del pubblico e dei mezzi di informazione. La sua «presunzione» è puntare su « una politica ragionata che parli alla testa e al cuore delle persone e non alla pancia» (a pagina 14 la lettera completa con la risposta del direttore).

Francesco Fersini (Insieme in Comune con Udc-Ncd-Ppi) è convinto che «la campagna elettorale fino ad oggi non ha travalicato i confini del decoro e del rispetto reciproco. Qui non ci sono nani ma neppure giganti. E se Tagliani, sindaco uscente, parte da una posizione di vantaggio, noi abbiamo altre due settimane per fare emergere la differenza del nostro messaggio - che penso sia già evidente - su famiglia, imprese e ruolo del Comune, che deve aiutare i cittadini e non ostacolarli».

Francesco Rendine (Gol) è incredulo. «È impossibile che nessuno si sia accorto che siamo stati i primi a reagire di fronte al progetto di realizzare una centrale geotermica a Pontegradella, un tema su cui siamo presenti e attivi anche oggi che il progetto è stato spostato altrove. E neppure posso credere che nessuno si sia accorto che siamo stati i primi in città, anni fa, a segnalare che il nuovo ospedale a Cona non era un progetto economicamente sostenibile. Purtroppo sono mancati i ferraresi, a Comacchio la reazione è stata ben diversa. È vero comunque che qualche difficoltà a far conoscere il nostro programma l’abbiamo: tutti devono sapere, ad esempio, che vogliamo togliere i politici dalle municipalizzate».

Mario Zamorani (Un’altra Ferrara) non evita i richiami alla fiaba dei fratelli Grimm: «Ho definito Tagliani piccolo Putin e come risposta ho ricevuto un sms superarrabbiato che mi avvisava dell’interruzione dei rapporti cordiali. Io ho mostrato, con un fatto senza precedenti a livello nazionale, che sette assieme contro uno è un aspetto mai visto prima e indica che la partita è tutta da giocare».

Tiziano Tagliani (Pd, Ferrara concreta, Sel e Cd) osserva dall’alto i contendenti, «impegnati a litigare per pochi metri quadrati di spazio da occupare con i banchetti. Da loro non è giunta nessuna proposta utile sulla direzione e la prospettiva da dare alla città. Sui temi siamo presenti da cinque anni, dagli altri sento un silenzio assoluto su welfare, disabili e solidarietà». (gi.ca.)