La Nuova Ferrara

Ferrara

«Il concerto di Ferrara sarà fantastico»

Speciale intervista a Jim Kerr, leader della storica band Simple Minds che sarà protagonista “Sotto le Stelle” il 28 luglio

4 MINUTI DI LETTURA





Quando dici Jim Kerr dici Simple Minds e quando dici Simple Minds dici “Life in a day”, “Real to real cacophony”, “New Gold dream”, “Empire and dance” e tante ma tante belle canzoni. Almeno per quest’anno però il nome della celebre band potrà essere affiancato anche alla città estense. Il gruppo di Glasgow sarà infatti ospite a Ferrara Sotto le Stelle il prossimo 28 luglio e per l’occasione siamo riusciti a metterci in contatto con Jim Kerr in persona: “Hello, come stai?”, ci saluta in un simpatico italiano. È di buonumore e così comincia subito la chiacchierata...

Avete festeggiato i 35 anni di carriera. Come si sente?

«Mi sento bene - risponde -, naturalmente mi sento bene. Siamo arrivati decisamente oltre quello che pensavamo. Gli anni di carriera sono quasi 40: dovrebbero essere 37 o 38, me lo sono quasi dimenticato (sorride, ndr). È una vita stupenda, ci sentiamo tutti bene ed è tutto fantastico. In fin dei conti si può dire che abbiamo vinto la lotteria».

“New Gold Dream” è l’album che ha cambiato tutto. Quando è uscito aveva poco più di vent’anni, si aspettava un simile successo?

«Onestamente no, non ci pensavamo. Il fatto è che noi semplicemente amavamo quello che stavamo facendo. “New Gold Dream” è il nostro quinto album e fino ad allora avevamo avuto risultati moderatamente buoni. Tentavamo di fare abbastanza soldi per continuare ad andare avanti. Non potevamo assolutamente essere certi che avremmo avuto questo successo anche se in un certo senso ce lo sentivamo perché avvertivamo un giusto bilanciamento nella nostra musica. I pezzi erano proporzionati, c’era una certa dose di pop ma anche di commerciale. E poi eravamo tutti uniti, coesi; non c’erano problemi di individualità».

“The greatest tour” ha riscosso subito un enorme successo e da mesi siete impegnati in un tour internazionale. Perché questa scelta?

«Ci sembra una buona cosa far uscire un greatest hits ogni dieci anni perché c’è sempre una nuova generazione che si avvicina al mondo della musica e che quindi, compatibilmente con i gusti, è interessata a conoscere ciò che è stato e ciò che abbiamo fatto. Proprio in questi giorni abbiamo iniziato a gettare le basi per il nuovo disco che spero si riesca a pubblicare entro la fine anno. Questo a cui ci stiamo avvicinando rappresenta un nuovo capitolo che chiude il precedente conclusosi appunto con il greatest hits. In qualche modo continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto tutta la vita: viaggi, concerti, scrivere e registrare. Cerchiamo di far ancora del nostro meglio».

Che rapporto avete con i vostri fan?

«Stupendo, davvero bellissimo. Loro continuano a venire ai nostri concerti e soprattutto si dimostrano molto coinvolti mentre suoniamo. Partecipano allo show, non assistono: c’è una bella differenza. I fan sono presenza fondamentale per la band, si sente pure online, tramite i social network. Siamo molto fortunati».

La passione dunque c’è ancora, non è diventato tutto mestiere…

«Certo. Abbiamo ancora tanta voglia ed energia: tutti i giorni. È ciò che siamo. Non si tratta solo di carriera: questa è la nostra vita. Quando eravamo giovani - aggiunge - avevamo una grossa speranza che ci spingeva a proseguire. Guardavamo gli artisti affermati e in loro non vedevamo persone che pensavano alla carriera: vedevamo gente appassionata alla propria vita. Dopo tutti questi anni possiamo dire che per noi è lo stesso».

Leggenda vuole che il nome Simple Minds sia nato come un omaggio a David Bowie. Lo ascolta ancora? Non avete mai pensato di fare qualche progetto insieme?

«Certo io ascolto ancora tutti i miei Heroes (altra citazione, ndr): David Bowie, Jim Morrison, Lou Reed e Peter Gabriel; non ho mai smesso. Ho avuto la possibilità di collaborare con alcuni artisti che stimo e mi piacciono molto, ovviamente non con Jim Morrison (ride, ndr). Ma sono stato molto fortunato».

Il vostro concerto a Ferrara Sotto le Stelle sarà in una cornice particolare. Suonerete in centro storico, accanto a un castello rinascimentale. Conosce la città?

«In effetti sì, conosco tutta la situazione e sono molto contento di suonare a Ferrara. Ho un paio di amici che vivono in zona e alcuni anni fa avevo intenzione di venire per vedere il live degli Arcade Fire, purtroppo non ho potuto perché impegnato in nostre attività. Posso però dire - conclude Kerr - che Ferrara è una bellissima località, ne sono consapevole. Mi piace moltissimo il contesto e quindi non vedo l’ora. Vi posso garantire che sarà fantastico e daremo il massimo».

Samuele Govoni

©RIPRODUZIONE RISERVATA