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Diamanti, M5S non vuole più le mostre di Ferrara Arte

 Diamanti, M5S non vuole più le mostre di Ferrara Arte

Il sindaco: «Ora serve un bagno di realismo». Anselmi: migliorare la governance e ripensare il Castello

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Per bocca di Maria Chiara Ronchi e Nicola Scolamacchia, Confesercenti chiede di puntare su economia e turismo, agevolando il lavoro alle imprese e pianificando una programmazione culturale pluriennale, visto anche il deperire dell’ente Provincia. Ecco una sintesi degli interventi dei candidati.

Anselmi: «Le aziende vanno messe in condizione di operare con regole meno complesse e più condivise, secondo il principio della sussidiarietà: oggi c’è una corsa a ostacoli. Ad occuparsi di turismo sono troppi, la “governance” è fondamentale. Il Castello, liberato dalla Provincia, sia uno spazio dove si fa “front office” e accoglienza al turista. Investiamo in tecnologia e comunicazione, offriamo circuiti unitari sui territori per trasformare gli escursionisti veri e propri. Perché allora non portare il Museo di Spina a Spina, agganciando tra loro i diversi flussi turistici? E’ una provocazione, il museo archeologico me lo tengo».

Morghen: «Ai Diamanti tutto viene gestito da Ferrara Arte, strappiamole tutto dalle mani: le mostre puntano solo sui grandi nomi e la qualità è inferiore che in realtà vicine. Diamo più spazio all’arte contemporanea e ai giovani artisti, il museo deve essere la città intera, facciamo eventi in zona Fiera. C’è una difficoltà di permanenza del turista: proviamo ad esaltare la Ferrara medievale, facciamo assaggi di cucina tipica degli Estensi, i camerieri dei ristoranti vestano costumi d’epoca. La nostra è la città delle cento chiese, crediamoci, come nel turismo degli anziani”.

Tagliani: «Negli anni ’90 Ferrara è emersa tra le città d’arte, ora serve un bagno di realismo poiché i finanziamenti sono di molto inferiori. Abbiamo saputo comunque mantenere le posizioni, cercando di dare garanzie con risorse nostre: i privati prima erano dentro Ferrara Arte e Ferrara Musica, poi sono usciti, le nostre porte sono aperte a condizioni paritetiche. Per i riempire i contenitori vuoti servono idee: a Palazzo Diamanti concluderemo l’anello espositivo sul lato mancante con un fabbricato a un solo piano. I due polmoni, città d’arte e costa, devono respirare assieme, senza egemonismi di sorta». (f.t.)