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Tre candidati alla prova dei nervi

Tre candidati alla prova dei nervi

Confronto a Confesercenti: Morghen glissa sul comizio bolognese, Anselmi invoca rispetto, Tagliani chiude il caso banchetti

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Nella sede di via Darsena di Confesercenti non ci sono palchi da comizio, né i tanto discussi banchetti di propaganda elettorale. Ma ieri mattina l’occasione del primo faccia a faccia tra i tre principali contendenti alla carica di sindaco – l’uscente Tiziano Tagliani, Ilaria Morghen e Vittorio Anselmi – non poteva che avere un prologo tutto politico. La carne al fuoco l’aveva cotta giorni fa la stessa candidata grillina, durante una manifestazione bolognese del Movimento Cinque Stelle, con l’ormai nota invettiva contro “quei bastardi che a Ferrara hanno fatto un’ordinanza restrittiva che mi impedisce di parlare” (il video è tuttora visibile sul nostro sito web). Al moderatore del confronto, il direttore della “Nuova” Stefano Scansani, non resta che servire il preparato alla discussione. Ancora lungi dal raffreddarsi, evidentemente. Perché la Morghen non si scusa con il presunto “bastardo in capo” che gli siede poco più in là. «Ho già ampiamente spiegato a un suo cronista – risponde al direttore – le motivazioni e le modalità di quel mio intervento. Farò un comunicato stampa circa la scelta della strategia di condotta della campagna elettorale. Non ho nessuna intenzione di farmi manipolare dalla stampa e in questo modo di impedire al mio gruppo di parlare di contenuti». La voce si impasta di nervosismo, la Morghen minaccia di abbandonare il tavolo se non si passa a discutere di turismo ed economia, i temi del dibattito. Cosa che poi avverrà, in un clima corretto e rispettoso.

Chi chiede di ripristinare questo tipo di atmosfera è Anselmi il quale prende le distanze dalla collega pentastellata. «Se anche io sono critico rispetto all’amministrazione – premette il candidato del centrodestra -, penso sia comunque doveroso mantenere toni di rispetto: riconosco la buona fede dell’avversario, ci si deve dividere sui contenuti e non su posizioni umorali». E Tagliani? Ricorda come una diversa regolamentazione dei banchetti gli venne richiesta dalle forze dell’ordine dopo qualche problema sorto a partire da quelli di Forza Nuova, richiama lo sciopero della fame di Zamorani e l’accordo che ne conseguì, rimanda al prefetto circa la responsabilità degli spazi concessi alla pubblicità elettorale. «L’agibilità politica c’è per tutti, per me la questione è finita», chiude il sindaco. Che rivela poi qualche dettaglio sulla visita di giovedì al Quirinale, negando sia arrivato qualsiasi “aiutino” dal Colle: «Napolitano mi ha chiesto se si votasse a Ferrara…», sorride Tagliani. Dal quale arriva la sottolineatura che la notizia dell’incontro tra i due, riguardante i temi della musica e delle orchestre residenti in città e giustificata con il fatto che il capo dello Stato non potè essere presente all’intitolazione del Teatro Comunale ad Abbado, è stata anticipata dall’ufficio stampa del Quirinale: quindi nessuna strumentalizzazione.

Un altro goccio di politica in senso stretto viene distillato verso la fine del dibattito. Tra Anselmi e Tagliani il fair play appare perfino eccessivo e Scansani ne chiede conto al primo: «Vedo il sindaco così tranquillo, non è che c’è un accordo in caso di ballottaggio?». «Assolutamente no – replica l’esponente di Forza Italia -, io propongo un patto a chiunque vincerà le elezioni: si lavori assieme per il bene della città, cambiamo così la mentalità della politica». Il moderatore non si lascia scappare l’assist e domanda alla Morghen se condivide l’assunto pacificatore, che potrebbe essere interpretato come “inciucista”. «Noi non siamo politici, nel senso del ragionamento precedente non dobbiamo metterci in gioco», risponde la candidata a Cinque Stelle. In attesa del prossimo comizio “hard” più che di un comunicato stampa, magari a Ferrara e non in trasferta.

Fabio Terminali