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Copparo ricorda Bighi a vent’anni dalla morte

Copparo ricorda Bighi a vent’anni dalla morte

Copparo, anche il sindaco alla cerimonia in onore del grande artista grafico «Con lui cresce nel tempo un capitale immenso di conoscenze di alto livello»

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COPPARO. Con una cerimonia semplice ieri mattina al cimitero di Copparo presso la tomba di famiglia è stato ricordato Dante Bighi, a vent'anni dalla scomparsa del grande grafico e pubblicitario copparese.

Per rendergli omaggio sono intervenuti in tanti, e tra questi il sindaco Nicola Rossi, il sottosegretario alla presidenza della Regione, Alfredo Bertelli; l'architetto Maurizio Bonizzi, neo presidente dell'importante centro studi intitolato proprio a Bighi (sodalizio caratterizzato da un'intensa attività culturale e di scambi anche con studiosi italiani ed europei arrivati i giorni scorsi da Treviso, Ravenna, e anche dall’estero.

«Un ricordo che cresce nel tempo, un capitale per il territorio nazionale oltre che nostro, una forte eredità culturale», hanno voluto dire nei loro interventi sia Rossi che Bonizzi.

Dante Bighi negli anni '60 realizzò tra l'altro un innovativo progetto editoriale, poi pubblicazioni uniche nel suo genere come i 'libri oggetto', risultato finale dei molti viaggi nei vari continenti, alla scoperta di culture e spiritualità di popoli lontani. Poi di grande pregio è stata la donazione al Comune di Copparo di opere, quadri, sculture, di artisti famosi come Remo Brindisi, (e una grande mostra al tempo visitata dai consolati di India e Pakistan) assieme a Villa Bighi, sua originalissima abitazione con lo splendido parco in via Carletti, diventata la sede del Centro Studi omonimo e dove sono esposte le sue opere.

Nel 2011, un'importante donazione di quattro dei sei Libri Oggetto di Bighi è stata elargita dal comune di Copparo al Mart (Museo di arte contemporanea) di Rovereto (Trento) opere prodotte tra il 1972 e il 1981 con l'obiettivo di mettere in sicurezza esempi del design e della editoria italiana degli anni '70, per preservarle dall'incuria e lasciarle alle future generazioni.

Franco Corli

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