La Nuova Ferrara

Ferrara

Mobyt atto secondo, Mantova la aspetta

Mobyt atto secondo, Mantova la aspetta

Dopo la scoppola di “gara1” oggi alle 20.30 un altro duello

22 maggio 2014
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Raccogliere i cocci dopo la scoppola di “gara uno” non sarà facile. Per motivi tecnici, ma anche mentali e motivazionali. Però la Mobyt non può piangersi addosso - e del resto non l’ha mai fatto durante la stagione -: deve solamente reagire. O almeno provare a farlo. Perché dopo aver subito un passivo di ben 25 punti al primo round della semifinale contro la Dinamica, stasera (ore 20.30) è già il momento di giocare il secondo. Il palcoscenico sarà il medesimo, ovvero il PalaBam, così come i protagonisti, visto che probabilmente anche questa sera non ci sarà Clemente, fuori in gara 1 per noie ad un occhio. E comunque non è certo la presenza o l’assenza di un giocatore che può impensierire più o meno la Mobyt, che nella partita di sabato sera è stata troppo brutta per essere vera. Molle e rinunciataria nel momento in cui la Dinamica ha preso il volo.

Poi è chiara una cosa: Mantova è più forte di Ferrara, per diversi motivi. Primo fra tutti la profondità di un organico che, con questo assetto, ha lavorato per mesi fino a trovare il giusto equilibrio. Solida, compatta, con un proprio carattere ben definito, la squadra di Morea è riuscita ad imporre sul campo il proprio modulo di pallacanestro. In gara 1 Ferrara ha retto per tre quarti di gara, pur stando sempre un passo indietro, prima di capitolare di colpo. Un black out offensivo inspiegabile, durato dieci lunghi minuti. E’ vero: sono mancati alcuni protagonisti, Mays sopra a tutti. Ma, singoli a parte, ciò che si è visto poco per Ferrara è stato l’animo battagliero, la voglia di aggredire la partita. E non solo nel quarto incriminato, ma fin dai primi minuti. E se alcuni hanno tentato di vendere cara la pelle - Spizzichini ne è un esempio - per il resto la Mobyt non ha mostrato quella solidità di squadra che le ha dato modo di vincere gare anche contro avversari più forti. Poi ci sono alcuni dati che devono far riflettere. Per tutti i quaranta minuti il gap percentuale s’è aggirato attorno ai venti punti. Un differenza troppo elevata se si vuole aspirare a vincere la partita.

Analogamente il dato a rimbalzo (43 contro 26 alla fine) condanna i biancazzurri. E’ vero che la Dinamica ha un tasso atletico più elevato, ma questo non basta a spiegare questa differenza. In terza battuta, la difesa. Quando la Mobyt è riuscita a recuperare qualche pallone, in attacco sono arrivate un paio di azioni che hanno rimesso la bilancia in equilibrio. A parte le triple funamboliche di Losi, la Dinamica ha però costruito sempre tiri puliti; servendo l’uomo libero e avendo percentuali migliori sia da tre che da due punti (micidiali Nardi e Pignatti, autori di 18 punti a testa). Stasera si torna in campo e per la Mobyt sarà l’ennesima cima alpina da scalare. Mantova proporrà la sua pallacanestro fatta di velocità ed energia. Alla Mobyt il compito di provare a mettere qualche granellino di sabbia in un ingranaggio che appare perfetto, ma che forse non è infallibile. Battere la Dinamica sul proprio terreno non sarà facile, ma Ferrara deve almeno tentare di alzare le proprio percentuale al tiro e aumentare il proprio tasso di efficienza difensiva. Almeno per arrivare a gara 3 con qualche certezza in più.

Mauro Cavina