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Commercio abusivo di vongole: 24 arresti

Commercio abusivo di vongole: 24 arresti

Maxi operazione della Finanza di Venezia, in manette anche due noti operatori di Mesola. Eseguite 40 misure di custodia cautelare e 55 perquisizioni. Sequestrati beni per 5 milioni di euro. Le accuse sono associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e alla frode in commercio, falso ideologico e danneggiamento aggravato

20 maggio 2014
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Commercializzavano illecitamente, in tutta Italia e all’estero, tonnellate di vongole pescate abusivamente nella laguna di Venezia con sistemi e attrezzi dannosi per l’ecosistema lagunare. Le Fiamme gialle di mare, coordinate dalla procura di Venezia, hanno ricostruito l’intero percorso delle vongole pescate abusivamente in laguna. Tra le 40 misure cautelari, di cui 24 arresti, emesse dal gip di Venezia nei confronti di altrettanti operatori del settore ittico e pescatori. anche quelle a carico di due persone residenti a Mesola e piuttosto conosciute: si tratta di Massimo Tosetto, 40 anni , tra i titolari della “Gruppo Mare” di Porto Viro e Dario Tosetto, di 47 anni, titolare della Da.mas di Ariano Polesine (Rovigo). Obbligo di dimora invece per il grossista Luciano Di Cristofaro, 42 anni, originario della provincia di Caserta ma residente a Codigoro, commerciante di prodotti ittici. Insieme alle altre 21 persone finite agli arresti devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e alla frode in commercio.

L'indagine «Laguna reset» della Guardia di finanza è il risultato di due anni di attività, con appostamenti, intercettazioni telefoniche, riprese video, localizzazioni e tracciamenti Gps. Le fiamme gialle di Venezia, coordinate dalla Procura, hanno ricostruito l'intero percorso delle vongole pescate abusivamente in laguna, spesso con metodi ed attrezzi dannosi per l'ambiente ma anche le condotte illecite nel trattamento e depurazione dei molluschi. Gravi quindi i rischi in materia sanitaria anche perchè le etichette con i requisiti di tracciabilità erano alterate con false date di confezionamento e zone di produzione prima di essere inviate in gran parte del paese e in Spagna. Gli indagati, poi, hanno prodotto danni seri all'ambiente lagunare per i metodi di pesca illeciti utilizzati come l'utilizzo delle cosiddette «gabbie», «pompette» e «vibranti». Tutti attrezzi da pesca vietati in laguna perchè provocano un violento sommovimento del fondale. Rilevante è risultata anche l'evasione fiscale commessa dai soggetti coinvolti nell'indagine perchè gran parte del pescato veniva venduto «in nero».

Gli altri arrestati sono Ruggero «Diego» Sivieri, 58 anni, di Porto Tolle (Rovigo), Federico Boscolo Boscoletto, 44 anni, di Chioggia (Venezia), alla guida della «Gruppo mare» di Porto Viro;; Mirco Pagan, 64 anni, Ennio Trevisan, 53 anni, ed Alessandro Ghezzo, 39 anni, tutti di Cavallino-Treporti (Venezia). Con la stessa accusa sono stati sottoposti ad arresti domiciliari: i fratelli Marco e Nicola Ballarin, rispettivamente 51 e 46 anni, di San Pietro in Volta (Venezia), responsabili del centro di depurazione molluschi «Talian»; Sandro Boscolo Nata, 48 anni, di Chioggia (Venezia) legale rappresentante di una società di Porto Viro (Rovigo); Franco Folin, 48 anni, di Venezia; Arnaldo Gregolin, 61 anni e Luca Pastrello, 54 anni, entrambi di Cavallino-Treporti; Amerigo Mantoan, 74 anni, Andrea Doria, 39 anni ed Emanuel Casson, 36 anni, tutti di Chioggia; i fratelli Andrea ed Alessandro Giraldo, rispettivamente di 39 e 31 anni, entrambi di Codevigo (Padova). Sempre agli arresti domiciliari sono stati posti anche cinque grossisti di prodotti ittici: Marco Pomponio, 34 anni, di Roma; Francesco Cirillo, 40 anni, di Torre Annunziata (Napoli); Enrico Sozio, 39 anni, di Mugnano di Napoli; Giuseppe Ruggeri, 38 anni, di Palermo; Giuseppe Rotolo, 50 anni, di Misterbianco (Catania).Gli altri indagati sono finiti ai domiciliari o sottoposti all'obbligo di firma perchè ritenuti responsabili dei soli danni ambientali oltre che alla pesca abusiva.

Il gip di Venezia ha inoltre disposto 55 perquisizioni: sequestrate tre ditte operanti come centri di spedizione e depurazione di molluschi, sequestrate 16 imbarcazioni da pesca per il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a oltre 5mln di euro. I reati contestati vanno dall'associazione per delinquere, ricettazione e frode in commercio al falso ideologico in atto pubblico e danneggiamento aggravato.