La Nuova Ferrara

Ferrara

Le superfici in lieve calo C’è la concorrenza estera

di Maurizio Barbieri
Le superfici in lieve calo C’è la concorrenza estera

Gli ettari investiti a questa coltura nell’area del Delta del Po saranno circa 6.500 Il presidente Bolognesi: «Tengono le varietà Arborio, Baldo, Carnaroli e Vialone»

20 maggio 2014
3 MINUTI DI LETTURA





Si stanno concludendo le semine del riso anche nel'area tipica del riso del Delta del Po che si estende fra le regioni Veneto ed Emilia Romagna, nei territori formati dai detriti e riporti del fiume Po, nonché dalle successive opere di trasformazione fondiaria che ne hanno reso possibile la coltivazione. Saranno circa 6.500 gli ettari investiti a riso nell’area tra Ferrara e Rovigo dove, nel dicembre 2012, è nato il Consorzio di Tutela riso del Delta del Po. «E’ assai probabile una diminuzione delle superfici investite - spiega Eugenio Bolognesi, presidente del Consorzio - prevista una diminuzione dei risi cosiddetti da esportazione mentre tengoo le varietà da risotto, tipo Arborio, Baldo, Carnaroli, Vialone. I cosiddetti risi lunghi, quelli per intenderci che usano gli orientali, hanno avuto un ribasso a causa delle importazioni dai Paesi mediamente avanzati come Cambogia e Myanmar e Pakistan che hanno goduto di facilitazioni in termini di tariffe e che hanno fatto una concoreenza pazzesca e hanno spazzato via tutti gli altri competitor esportando nel nostro Paese riso semigreggio o bianco lavorato a prezzi molto competitivi. I risi lunghi rischiano di sparire dall’Italia e nessuno oggi coltiva più il riso tai».

Secondo la Sis, Società Italiana Sementi,, impresa leader nella produzione e commercializzazione di riso da seme, con sede a San Lazzaro di Savena nel Bolognese e controllata dal sistema dei Consorzi Agrari, la superficie risicola in Italia per l’imminente campagna resterà invariata o forse aumenterà leggermente a favore delle varietà da risotto, in primo luogo il Volano, la varietà che oramai copre quasi tutta la quota commercializzata con la denominazione riso Arborio. Le zone vocate rimarrano le medesime e, secondo la Sis, è ipotizzabile, ma non certo, un ridimensionamento delle superfici nelle nostre zone. Le prime testimonianze sulla coltivazione del riso nelle nostre zone risalgono al 1495 ed ulteriori molteplici riscontri sulle superfici investite a risaia si sono avuti durante le bonifiche attuate dalle famiglie veneziane nel '700 (prima Diedo, Contarini, Farsetti, Valier e Venier poi Sullam, Piavenna e Lattis) fino ai 4000 ettari attestati nel 1850.

Infatti questa coltura era strettamente legata alla bonifica e rappresentava il primo stadio di valorizzazione agraria dei nuovi terreni, per accelerare il processo di utilizzazione dei terreni salsi da destinare poi alla rotazione colturale.

.Il riso del Delta del Po Igp è il cereale appartenente alla tipologia Japonica, gruppo Superfino, nelle varietà Carnaroli, Volano, Baldo e Arboreo.

Le varietà Arborio, Baldo e Volano si prestano per la preparazione di ottimi risotti, timballi e supplì mentre il Carnaroli Igp è particolarmente indicato per risotti dell'alta ristorazione. La cultura del riso per il Basso Ferrarese è molto importante soprattutto per la natura dei terreni in quanto riduce la salinità ed aumenta il ph grazie all’opera di lavaggio. Il prodotto che si ottiene ha caratteristiche eccellenti, sicuramente superiori ai risi che si producono in altre regioni italiane. Questo è stato verificato attraverso numerose analisi comparative fatte da Vicenzo Brandolini, titolare della cattedra di Chimica degli Alimenti dell’Università di Ferrara. A livello locale lo scorso ano si è passati dagli oltre 7.500 ettari ai 6.500 circa così ripartiti: Baldo 3.200; Carnaroli un migliaio (la varietà ha perso oltre il 50% della superficie 2012) 1.700 ettari per il gruppo Arborio-Vialone e 600 ettari per le altre varietà.