La Nuova Ferrara

Ferrara

Tormentava lo psichiatra Condannato ex paziente

Tormentava lo psichiatra Condannato ex paziente

Allo stalker un anno e quattro mesi senza sospensione della pena L’avvocato del medico: tre anni di stress per lui e la famiglia, speriamo sia finita

21 maggio 2014
2 MINUTI DI LETTURA





Un anno e quattro mesi di condanna, senza sospensione della pena e la conferma del divieto di avvicinamento. Spera di essersi liberato da un incubo, il medico psichiatra perseguitato fin dal 2011 dal paziente che aveva in cura. Spera che la sentenza con cui ieri il giudice Luca Marini ha condannato lo stalker - un uomo di 35 anni - riesca a spezzare un accanimento mai del tutto placato, e che ha stravolto la sua vita e quella della sua famiglia, bambini compresi. Il pubblico ministero Alberto Savino aveva chiesto maggiore severità: due anni e 2 mesi di condanna e la detenzione domiciliare.

Il giudice, pur accogliendo la tesi di colpevolezza, non ha voluto inasprire le misure a carico dell’imputato, confermando però il divieto di avvicinamento. All’uomo, già raggiunto da un ammonimento, non è stata concessa la sospensione condizionale della pena e in più il giudice ha disposto un risarcimento danni di 10mila euro alla parte civile.

L’ossessione del paziente nei confronti dello specialista che lo aveva in cura comincia dunque nel 2011, quando il dottore gli spiega che a causa di una ristrutturazione dei servizi sanitari sarà seguito da un altro medico. Il paziente lo considera un abbandono, e la prende malissimo. A modo suo vuole continuare a far parte della vita del suo ex medico. Non ci saranno minacce o comportamenti violenti, ma una presenza costante, incrollabile, muta. Il medico, e i suoi familiari, se lo ritrovano dappertutto: sotto casa, vicino al posto di lavoro, all’uscita della scuola frequentata dai bambini.

Di fronte a questa implacabile invadenza i perseguitati passano alle contromisure, fotografando lo stalker in azione e raccogliendo una documentazione importante per l’accusa, al punto da ottenere un ammonimento dal questore e una misura cautelare dal giudice, ovvero il divieto di avvicinamento oltre i 200 metri. Lo stalker però insiste, arrivando anche a piazzare un rilevatore satellitare sotto l’auto della vittima. Nel corso del processo è emerso che la scheda collegata al rilevatore, pur intestata a una terza persona, era nella disponibilità dell’imputato. Una consulenza disposta dal pubblico ministero ha giudicato l’imputato capace di intendere e volere. La difesa da parte sua aveva puntato ad attenuare le responsabilità dello stalker, con una consulenza che definiva la sua personalità borderline.

L’avvocato di parte civile Michele Ciaccia invece nel corso del dibattimento aveva prodotto una consulenza che diagnosticava per il medico perseguitato un disturbo post-traumatico da stress. «In questi tre anni la famiglia del medico ha vissuto una situazione pesante, che ha creato uno stato di forte ansia - ha commentato al termine del processo l’avvocato Ciaccia - Una persecuzione che peraltro non si è mai interrotta del tutto, e che speriamo questa sentenza possa far cessare».(a.m.)