La Nuova Ferrara

Ferrara

«Desidero un sindaco fatto così...»

Ecco i requisiti che deve avere il primo cittadino secondo i giudizi dei cittadini ferraresi a pochi giorni dalle elezioni

22 maggio 2014
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La poltrona attende il suo occupante per i prossimi cinque anni. Un potere che da palazzo Municipale poggia sul voto degli elettori e necessariamente quindi sulle loro richieste, condite da umori e malumori. Quelli che si ascoltano al bar o per strada, quando si interpellano i ferraresi circa la prima cosa che dovrebbe fare il sindaco appena insediato e quali siano le doti caratteristiche di un buon primo cittadino. Noi ci abbiamo provato. Ecco ciò che ne è uscito.

«Per me un sindaco deve essere vicino soprattutto ai giovani - dice Massimo Bertasi, professione geometra, sulla trentina - perché sono loro il futuro: non può essere che in banca si venga respinti perché non si presentano garanzie adeguate. Ecco, penso che queste forze fresche vadano sostenute, dando loro fiducia e investendo risorse. A scapito magari del costruttore di turno, che punta solo a fare nuove speculazioni edilizie». Antonio Carta, pizzaiolo, è impegnato a chiudere col lucchetto la sua bici (“non si sa mai”, sorride), poi risponde di buon grado alle nostre sollecitazioni: «La competenza sui temi economici è fondamentale per chi amministra - sostiene - e per chi deve risolvere il problema della gestione dei conti pubblici. La priorità? L'organizzazione dei servizi sociali: specie gli asili e le scuole, parte tutto dalla formazione. Anche perché se una città è bella e tenuta bene ma poco curata socialmente rischia di diventare un teatrino». Carlo Bolelli ne ha viste tante: anni di insegnamento liceale e poi la meritata pensione, una passata militanza politica nella Nuova sinistra e in Democrazia proletaria. La sua è una visione disincantata, «se un governo centrale ha scarsa autonomia rispetto ai poteri economici reali, figuriamoci un’amministrazione locale: diciamolo chiaro, non ne ha nessuna. Quindi non credo che un sindaco debba avere una dote particolare con cui poter emergere. Piuttosto, la priorità è la cultura: non può essere quella mercificata, costruita per fare arrivare qualche turista, che abbiamo visto finora. Serve una cultura, come dire, di comunità e che si basi su un protagonismo dal basso». C’è un altro pensionato all’ombra del Duomo, tuttavia gli argomenti cambiano. L’uomo sulla settantina e qualcosa oltre si chiama Carlo Travagli e abita a Cassana. “Guardi – racconta - qui si dovrebbe fare molto di più sulla sicurezza e contro lo spaccio di droga: io sono per maggiori controlli contro chi delinque, bisogna tallonarli proprio». Bella scena al Giardino delle Duchesse: a metà mattina ci sono solo due persone, il cronista e una giovane mamma che allatta teneramente al seno il suo bimbo di nome Filippo. «Vorrei dire al prossimo sindaco – spiega Chiara Cavicchi, libera professionista – che faccia più attenzione proprio a noi mamme ferraresi, in modo da avere un accesso più facile agli asili. La qualità di chi ci governa? Onestà ma anche umiltà, perché impegnarsi in politica e amministrare è difficile, a volte si dimostra un lavoraccio». Roberta Michelini è in pensione dopo aver fatto l’impiegata per 40 anni nella stessa azienda: «Più pulizia nelle strade è ciò serve – osserva -, non so se tocca a Hera o a chi altri: vedo che Galleria Matteotti è già sporca. Il sindaco deve sapere dialogare con i toni giusti: questa campagna elettorale mi sembra già troppo urlata». Sull’onestà punta in prima battuta anche Isabella Tufaro, operaia tessile 37enne, la quale poi tiene a precisare quel che le sta a cuore: «Io vado in bici, servirebbero più controlli sulle piste ciclabili, specie in via Bologna, per chi va contromano», è la cartolina spedita al futuro proprietario della poltrona sullo Scalone del municipio. In corso Porta Reno ecco un artigiano edile a dire la sua. «La prima cosa di cui occuparsi sono i servizi – spiega Roberto Bergamini, residente in zona est -, secondo me andrebbero anche trasferiti nelle periferie, per esempio occupando subito spazi vuoti come il Palaspecchi. E poi rivitalizzare il tessuto economico: adesso qui si fa una gran fatica a lavorare, soprattutto nel mio settore. Un buon sindaco dovrebbe ascoltare tutte le persone e le categorie, non solo quelle che gli hanno dato il voto». Infine Rocco Mancino, ex militare: “Serve più sicurezza in tutti i sensi: economica, perché la gente fa sempre più fatica ad andare avanti, e contro l’illegalità sulle strade».

Fabio Terminali