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Ricordo dell’illuminato Carlo Sereni

Ricordo dell’illuminato Carlo Sereni

Il copparese fu professore universitario e a Roma gli è stata dedicata una via

22 maggio 2014
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Il copparese Carlo Sereni fu titolare della cattedra di ingegneria e geometria descrittiva dell’Università di Ferrara, ingegnere capo a Roma, professore di meccanica pratica e professore emerito di architettura statica e idraulica di Roma, già professore di fisica sperimentale nel ginnasio di Forlì, professore di fisica sperimentale e topografia nel Pontificio Collegio Militare dei cadetti, membro ordinario della pontificia accademia dei nuovi lincei e socio di molte accademie scientifiche e artistiche.

È l'autore di un trattato di geometria descrittiva (1826) e di uno di geodesia (1829). Nel 1845 pubblica una memoria Sulla curvità delle superficie che, nonostante alcune oscurità, permette di considerarlo come un precursore di Gauss nella concezione della curvatura totale di una superficie in un suo punto (Terracini).

Carlo nacque da Luigi Sereni e da Rosalba Morlanti il 3 febbraio 1786 a Sabbioncello Inferiore o di San Vittore. Nel 1807 passò alla scuola militare di Modena e vi si distinse da essere promosso, nel 1811, tenente del Genio. Con questo grado fu inviato a Venezia onde occuparsi delle fortificazioni di quella città. Partecipò alle campagne napoleoniche del 1813 e 1814 con encomi tali da meritarsi la medaglia d’oro. Al tramonto del Regno Italico, in qualità di comandante della piazza forte di Legnago nel veronese, è incaricato della consegna all’Austria di quel forte. In congedo si ritirò a Ferrara ove poté dedicarsi ai prediletti studi matematici e idrometrici. Nel 1817 il cardinale Consalvi, su segnalazione del professor Venturoli, sommo scienziato e ingegnere capo del dicastero delle acque e strade dello Stato pontificio, gli affidò la cattedra di geometria descrittiva dell’Università di Ferrara, in sostituzione dell’ingegner Gregorio Vecchi chiamato a Roma per l’istituzione della Facoltà di ingegneria.

L’intraprendenza e la preparazione di Sereni fu così encomiabile da essere chiamato a Roma a ricoprire la carica del professor Vecchi, elevato a più alto incarico. Nel 1821, quando l’ingegner Bonaventura Benetti si ritirava per un meritato riposo lasciando vacante la cattedra di idrometria e geodesia, l’insegnamento fu affidato al Sereni che lo mantenne fino agli ultimi giorni della sua vita.

Grazie al suo trattato di Geometria descrittiva, adottato dal più illuminato matematico di quel periodo, il professor Gustavo Bidone dell’Università di Torino, papa Leone XII lo aggregò al collegio filosofico e matematico dell’Università di Roma, nomina che poneva Sereni alla pari dei professori più accreditati del collegio universitario di Roma, Venturoli e Cavalieri. Dal 1829 in poi il copparese diede prova della sua preparazione, sfornando una serie di opere scientifiche che riscossero il plauso dei più importanti accademici d’Italia, fra cui Tortolini, Venturoli, Cavalieri, Brighenti, Paleocapa, Ruffini, Vaccari e Caccianino.

Tali opere, la fama acquisita e l’alto grado scientifico maturato procurarono al Sereni il merito di primo ingegnere nazionale concessogli dal pontefice Gregorio XVI. Tutte queste sue fatiche ottennero da papa Mastai, Pio IX, il meritato riconoscimento allorché nel 1847 lo destinò a far parte del supremo consiglio d’arte, nel 1866 lo decorò della commenda dell’ordine di San Giorgio Magno e nel 1867 a sostituire il Cavalieri nella qualità di presidente supremo del consiglio stesso non dimenticando di far notare, nel dispaccio di nomina, la citazione di maestro di tutti gli ingegneri di Stato.

Il cavalier Alessandro Betocchi, suo allievo e presidente della Pontificia Accademia Tiberina, descrive il professor Sereni integerrimo ed imparziale, di animo buono e caritatevole verso i bisognosi.

Sereni aveva sposato la signora Orsola Petri, morta nel fiore della vita poco dopo avergli dato l’unico figlio Luigi. Orfano di mamma, crebbe col padre che seppe dargli così tanto affetto e cura che il Betocchi osa affermare che la presenza del padre abbia fatto sì che Luigi non si sia quasi accorto della mancanza della madre. Luigi era un giovane dal fisico avvenente, d’indole soavissima ed enorme ingegno. Si laureò in architettura e ingegneria a pieni voti, dimostrando nella vita di essere degno erede dei meriti e della scienza del padre.

Carlo Sereni, tanto legato ai propri alunni, morì il 13 luglio 1868, ne fu ricambiato di schietto affetto allorquando i suoi allievi, mesti e dolenti, accompagnarono a spalle la fredda salma alla chiesa parrocchiale e non permisero ad altre mani di portare il feretro. Sereni fu un grande scienziato, ai più sconosciuto, per questo ci si augura che adesso i più quotati storici ferraresi ne approfondiscano i meriti. La città di Roma ha dedicato all’insigne studioso una via molto importante. Si spera che un giorno pure Copparo ricompensi un figlio dimenticato senza eguali in loco. (gr.gr.)

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