Tavolo permanente, cosa si sta facendo
Non sono state ancora accertate le cause che hanno portato al divieto di balneazione lo scorso anno
PORTO GARIBALDI. Le cause dell’inquinamento misurato il 31 luglio non sono state ancora accertate. È probabile che più cause abbiano contribuito quali il rimescolamento delle acque profonde verso la spiaggia come anche altri fattori marini (eutrofizzazione, correnti, ecc.) e inerenti il territorio dei Lidi, vedi piogge (eccessiva impermeabilizzazione + fognatura mista), carichi inquinanti urbani), carichi inquinanti produttivi. Da tener presente che l’area settentrionale della costa emiliano-romagnola è più sensibile ai fenomeni eutrofici perché è direttamente investita dagli apporti del Po e caratterizzata da uno scarso idrodinamismo che non facilita il miscelamento/diluizione delle acque. Nei mesi di giugno/luglio del 2013 gli apporti dal Po sono stati significativi mantenendo la presenza di condizioni eutrofiche in suddetta area. Tali condizioni, soprattutto nei mesi caldi estivi, possono generare condizioni ipossiche/anossiche nelle zone a ridosso dei fondali, causando soffocamento e conseguente moria per gli organismi che vivono a stretto contatto con i fondali (pesci come sogliole, paganelli e molluschivongole, cannolicchi, ecc). Lunedì 29 luglio a seguito dello spirare di venti da terra (libeccio, garbino) si è verificato uno spiaggiamento di pesci e molluschi . Tali venti hanno creato un fenomeno di upwelling (spostamento delle masse d'acqua superficiali verso il largo) richiamando sotto costa leacque di fondo maleodoranti e con esse gli organismo morti e agonizzanti. Ma cosa si sta facendo per evitare che il fenomeno di riproponga? I soggetti interessati stanno portando avanti misure di mitigazione e risanamento dell'inquinamento, alcune attuabili a breve termine”, attinenti la gestione del sistema fognario dei Lidi e altre necessariamente inserite in percorsi programmatori (casse di laminazione, vasche di fitodepurazione, zone boscate con funzione tampone, riduzione dell’ampiezza delle aree impermeabilizzate. In studio anche Misure piani di gestione della qualità delle acque superficiali e discipline ad hoc di scarichi e spandimenti.