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La scuola Barbieri al bivio

La scuola Barbieri al bivio

I genitori degli 80 bambini preoccupati per il ritiro della Fondazione Braghini

23 maggio 2014
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Sono preoccupati i genitori degli 80 bambini che frequentano la scuola d’infanzia Barbieri di via Olivetani, finora gestita dalla Fondazione Braghini Rossetti. «Abbiamo da poco saputo che la Fondazione ha deciso di ritirarsi dalla gestione» raccontavano in coro ieri sera i padri, le madri e le educatrici: dalla Fondazione stessa è arrivata la garanzia che comunque la scuola non chiuderà e si tratterà di un semplice cambio di gestione, ma si tratta di affermazioni che non riescono a calmare gli animi. «Al momento il destino della Barbieri è incerto – ribadivano tutti ieri sera –, ma alla nuova gestione chiediamo fin da subito continuità: nel progetto educativo, che è garantito dalle maestre, negli orari e nelle rette». Particolarmente apprezzate dalle famiglie sono infatti le quattro educatrici (a cui va aggiunta un’altra persona che lavora alla Barbieri part time), alle quali non sono disposte per alcun motivo a rinunciare. Le quattro, dal canto loro, temono fortemente per il proprio posto di lavoro. «La Fondazione ci ha detto che andremo a lavorare per il nuovo gestore, ma come si può esserne sicuri? Se arrivasse già con altro personale? E pensare che c’è stato persino chi ci ha detto che le scuole private ferraresi sono tutte in queste condizioni e tutte le nostre colleghe rischiano, dunque noi saremmo state fortunate ad essere le prime» raccontavano. Visto che oramai le iscrizioni sono chiuse sia alle comunali sia alle altre private, i papà e le mamme hanno paura di ritrovarsi senza servizio in settembre. Per questo all’Arcidiocesi, proprietaria dell’immobile in cui ha sede la scuola, hanno scritto una lettera in cui chiedono appunto garanzie di continuità didattica, ma ieri sera serpeggiava anche qualche malumore nei confronti di corso Martiri. «La Fondazione Braghini Rossetti ha inviato la disdetta già in dicembre, eppure noi siamo venuti a saperne solo adesso» facevano notare in tanti.

Gabriele Rasconi