Ferrara Musica saluta tra gli applausi
Convince la combinazione tra il violino di Capuçon, la Coe e la direzione di Bychkov
Chiusa col tutto esaurito al Teatro Abbado la stagione di Ferrara Musica. All'ingresso veniva distribuito un avant-programme che elencava i nomi prestigiosi che costituiranno l'ossatura della prossima stagione, presentazione fissata al 12 settembre.
Tornando al concerto di chiusura della stagione, abbiamo notato come la combinazione violino-Coe-Bychkov stia diventando una costante a Ferrara. A cambiare di anno in anno è ovviamente il solista.
L'altra sera il Capuçon di turno era Ranaud, il violinista, quello del Guarnieri del Gesù "Panette" 1737, e il pezzo era nientemeno che il Concerto in Mi minore Op.64 di Felix Mendelssohn-Bartholdy. Musica conosciutissima perché un inciso melodico ha fatto grande di fama uno spot pubblicitario trasmesso in tv. L'intesa Capuçon-Coe-Bychkov è sembrata ottima, una bella esecuzione ligia alle sensibilità interpretative del solista: Capuçon è un violinista che non si danna l'anima a cercare una cavata impressionante, dipinge ad acquerello piuttosto che a olio, il suo suono è carezzevole, il legato perfetto, il virtuosismo sulle note nere è pirotecnico, ma comunque sempre espressivo.
In Mendelssohn il solista ha dettato sia il tempo sia la dinamica, Bychkov ha obbedito dirigendo senza bacchetta, imponendo all'orchestra un suono che sembrava canto e dunque nessun confronto dialettico fra l'arco solista e il tutti (ammesso che il compositore ne avesse paventato l'intenzione...); e quando lo stesso solista ha suonato da solo, cioè nella cadenza posta dopo il secondo tema del Concerto, ha scelto un tempo veloce, da eseguire tutto in legato, tutto sussurri e respiri, poesia lirica, non epica, diversamente da come hanno fatto ad esempio nelle loro incisioni Milstein o la Mutter. Durante questo Concerto c'è stato anche un attimo sublime sopra ogni cosa, dovuto al fagotto di Matthew Wilkie, quando nel passaggio senza pausa dal primo al secondo movimento il suono solista dello strumento sembrava provenire dalle sfere celesti. Calorosa la reazione del pubblico per il brano di Mendelssohn; e Capuçon ha concesso il bis, la "Melodie" di Gluck ispirata a una danza dell'opera Orfeo ed Euridice.
Precedentemente Bychkov aveva diretto, sempre a mani nude, una struggente Sinfonia n.8 "Incompiuta" di Franz Schubert e in conclusione una bellissima Sinfonia n.7 in La maggiore Op.92 di Beethoven, comandata con la bacchetta. Tripudio di pubblico, senza concessione di bis lungamente acclamato.
Athos Tromboni
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