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Festa dal sapore di addio per la Polizia provinciale

Festa dal sapore di addio per la Polizia provinciale

Celebrati i dieci anni di istituzione del corpo guidato dal comandante Castagnoli Zappaterra: non solo caccia e pesca, ma anche molto lavoro di tutela ambientale

24 maggio 2014
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I primi (e ultimi) dieci anni. Il compleanno festeggiato ieri in Castello dalla Polizia Provinciale cade in un momento di profonda riforma dell’ente locale, riforma che non risparmierà le sue divise. «La Polizia Provinciale esiste dal 1957, ma fu il mio predecessore Giorgio Dall’Acqua a volere da noi l’istituzione del corpo nel 2004» ha ricordato la presidente Marcella Zappaterra, per poi rivolgersi alle donne e agli uomini vestiti in grigioverde. «Vi siete distinti per aver accettato impegni sempre nuovi: siete partiti dall'occuparvi di caccia, pesca e raccolta funghi per arrivare a estendere il vostro lavoro alla tutela dell’ambiente e degli animali ma anche alla sicurezza stradale e ai Tutor. Il tutto senza assumere altro personale». Un bilancio di questi centoventi mesi è stato tracciato dal comandante Claudio Castagnoli, che all’inizio del suo intervento non è riuscito a trattenere la commozione. Dal 2004 al 2014 nel solo settore della caccia sono state contestate 1.618 sanzioni amministrative e 84 reati, nella pesca le sanzioni sono state 1.008, nel settore funghi e tartufi 189. I reati ambientali contestati sono stati 47, 66 le persone indagate, mentre nel settore del benessere animale le cifre diffuse dal corpo raccontano di sette reati contestati e sedici indagati. Le sanzioni amministrative per violazione al Codice della strada si sono bruscamente impennate nel 2011, quando sono passate dalle 114 dell’anno prima a 21.984, per oltre il 98% rilevate grazie ai Tutor. Ma il bilancio parla anche di 120 incontri col mondo venatorio, di 22 incontri con gli studenti per la sensibilizzazione sui temi ambientali, di tre incontri con la cittadinanza nei comuni di Codigoro, Goro e Mesola per contrastare l’abbandono dei rifiuti nell’ambito del progetto “Educazione vs Maleducazione”.

Gabriele Rasconi