«I posti letto a Cona saranno ripristinati a ottobre»
Rinaldi: dobbiamo garantire le ferie del personale e rispettare il vincolo economico. Pediatria h24 al Delta: su sette medici tre rinunce, il servizio per ora solo nel fine settimana
Dottor Rinaldi, la sentenza sull’interruzione di pubblico servizio al pronto soccorso ha sancito che esistono forme di protesta che non sono ammesse in un luogo come il pronto soccorso. Il giudizio del tribunale però non accorcia l’attesa dei pazienti che si rivolgono al servizio con codici d’urgenza lievi. Quali soluzioni state considerando per ridurre i disagi?
«Stiamo valutando diverse soluzioni: sullo smistamento dei pazienti su due percorsi in base al codice stiamo facendo delle simulazioni per calibrare l’organizzazione e gli accessi agli ambulatori, anche in funzione della domanda che aumenta. Vogliamo adeguare la dotazione di personale medico e infermieristico (in particolare vogliamo rafforzare il turno di notte) e spostare la shock room più vicina al triage, cioè al punto dal quale si accede al pronto soccorso. Il servizio sta producendo un lavoro importante: nei primi tre mesi gli accessi sono stati 20mila, su scala annuale ne stimiamo 80mila; nel 2013 erano stati 78mila. L’apertura dell’ospedale di Cona è coincisa con una riorganizzazione generale della sanità sul territorio che sta producendo effetti visibili».
Perchè non avete ancora risolto il problema del pediatra h24 al Delta?
«Abbiamo bandito un concorso e dichiarato idonei sette medici, purtroppo tre hanno rinunciato. Abbiamo risolto provvisoriamente con un incarico a tempo determinato e un contratto libero-professionale, da questa settimana nel week end partirà la guardia pediatrica al Delta h24, ma per estenderla a tutti i giorni dovremo completare il piano di assunzioni. Abbiamo bandito un nuovo concorso per pediatri, dobbiamo completare la procedura con la scelta del personale che sarà aggregato al servizio. Sia sui posti letto che per la pediatria stiamo agendo in tandem con l’Asl».
Ìl sindacato Anaao ha sollevato la questione dei posti letto: negli ultimi due-tre anni sono stati ridotti e fra poco scatterà il taglio estivo.
«Gli accorpamenti estivi ci sono sempre stati al S. Anna. Servono a garantire le ferie del personale, in passato assumevamo temporaneamente una quota di operatori per ridurre l’impatto di queste misure, oggi dobbiamo fare i conti con il calo delle risorse e non possiamo integrare il servizio con lo stesso numero di unità. Questo è il motivo per cui i 50 posti letto in meno dell’estate dell’anno scorso quest’anno diventeranno 77».
Ma quanti posti letto ha oggi l’ospedale? Dovevano essere 860, compreso il centro S. Giorgio.
«Il dato di partenza è 840, oggi siamo a 710. In passato il rapporto tra popolazione e posti letto era molto più alto della media regionale, ci siamo riportati in linea».
Il problema è che anche l’Asl ha tagliato: posti e ospedali. E anche l’azienda territoriale ridurrà i posti in estate. Non rischiate di tornare alle barelle?
«Sulle barelle è stato svolto un lavoro proficuo con le Medicine e il risultato è stato buono. Capisco la preoccupazione di dipendenti e medici per gli accorpamenti estivi, ma ripeto: dobbiamo garantire le ferie del personale rispettando il vincolo economico. Il tasso di occupazione dei posti letto ora è all’88.8%, il sistema è calibrato. Toglieremo 11 posti alla Pneumologia e 12 alla Medicina e faremo convivere anche Neurologia e Neurochirurgia, ma nessuno resterà senza posto letto. E comunque a ottobre saranno ripristinati i posti ordinari».
Il contenzioso con Prog.Este, il consorzio che gestisce i servizi non sanitari, è stato risolto?».
«Le cause civili stanno procedendo: il contenzioso c’è e continua a crescere. Ma i contratti ormai li abbiamo sostanzialmente chiusi, l’appalto della manutenzione generale è stato definito, c’è da risolvere una questione sulla manutenzione del verde mentre per la logistica (trasporto cose e malati, una contesa che per qualche tempo ha reso anche irreperibili le seggette in ospedale, ndr) attendiamo il giudizio del Tribunale delle imprese. Stiamo comunque anticipando i soldi per garantire il servizio. Parliamo di una cifra importante (3 milioni di euro), bisogna vedere a chi daranno ragione i giudici».
Gioele Caccia