La Nuova Ferrara

Ferrara

il laVORO DI RITA BERTONCINI

Le donne della ‘Nuova Scintilla’

Le donne della ‘Nuova Scintilla’

Un docu-film ricorda le imprese delle staffette partigiane

25 maggio 2014
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L’aveva pensato già Renata Viganò con il suo “L’Agnese va a morire” a consegnare alla storia il contributo della donna durante la Resistenza; ma la memoria ha bisogno di essere rinfrescata, e Rita Bertoncini con il suo docu-film “La Nuova Scintilla” proiettato in questi giorni alla sala Boldini ha provveduto a rivestire di emozioni le immagini che si rincorrevano sullo schermo. La giovane regista ha infatti realizzato un docufilm che racconta l’episodio delle donne di Bondeno all’assalto del Comune per distruggere gli elenchi con i nomi degli uomini che dovevano andare in Germania o ai lavori dell’organizzazione Todt. La sorpresa di questo film che ha mostrato una magica Ferrara nebbiosa e innevata sta nell’equilibrio tra forma e contenuto, in una fusione che raccoglie le suggestioni di un certo cinema giapponese in una calligrafica e severa bellezza di fotogrammi e di ritratti veri e spontanei di personaggi locali. Dal sindaco Ramades Costa al medico Mario Morsiani, dalla partigiana Darinka recentemente scomparsa alle ultime testimoni dell’episodio bondenese, le testimonianze vengono condotte dalla regista con mano sicura offrendoci un’opera che è insieme storia, rievocazione e monito. Fra le testimonianze spiccano per la loro genuinità e acutezza quelle delle donne di Bondeno che hanno ricordato soprattutto l'intensa attività partigiana di Silvana Lodi «ingiustamente dimenticata». «Noi donne sebbene abbiamo avuto un ruolo importante nella lotta al fascismo - dichiara nel film Ormea Lupi - eravamo ritenute inferiori e nessuno ci fermava perché non si sospettava che una contadina o una ragazza potesse nascondere munizioni o portare messaggi». Situazioni pericolose ce ne furono ma proprio grazie alla prontezza di spirito che hanno le donne, si risolsero positivamente. Il film ne racconta una che si riferisce ad una staffetta che doveva portare armi a un gruppo di partigiani. La donna preferisce la campagna pensando di essere più sicura ma proprio in fondo al viottolo ecco una pattuglia di fascisti. Non sa cosa fare; se scappa desta sospetti, se prosegue rischia di essere perquisita; tenta un espediente che fortunatamente funziona. «A quei tempi - racconta una testimone - molte donne non portavano le mutande e anche la nostra staffetta era senza; passando davanti ai soldati fa svolazzare la gonna in modo tale da mostrare le sue grazie che distraggono i militari così lei prosegue con le armi nella borsa». I primi complimenti dopo la proiezione glieli hanno fatti Daniele Civolani, presidente Anpi e la storica Antonella Guarnieri.

Mentre gli altri caldi e sinceri sono arrivati dal pubblico, specie dopo le dichiarazioni di Rita Bertoncini che attribuiva alla figura del nonno Senofonte, tipografo clandestino de La Nuova Scintilla , nome con cui la nipote ha intitolato il suo bel lavoro-

Margherita Goberti