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analisi di coldiretti

Vola l’export agroalimentare

Vola l’export agroalimentare

Aumento del 38 per cento, ma attenzione al falso made in Italy

25 maggio 2014
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Volano le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani all’estero che con un aumento del 38% dall’inizio della crisi hanno raggiunto nel 2013 il record storico di 33,4 miliardi di euro. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio estero dal 2007 in occasione del Cibus, dalla quale si evidenzia l’importanza di tutelare le produzioni italiane a denominazione nell’ambito del negoziato sull'accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership. «La tendenza positiva - sottolinea la Coldiretti - continua nel 2014 con un aumento del 4% nei primi due mesi dell’anno. I 2/3 del fatturato realizzato all’estero si ottengono con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea ma il Made in Italy va forte anche negli Stati Uniti con un valore di 2,9 miliardi e nei mercati emergenti come quelli asiatici. Il prodotto Made in Italy più esportato è il vino che nel 2013 secondo l’analisi della Coldiretti fa segnare il record storico delle vendite che per la prima volta raggiungono un valore attorno ai 5 miliardi di euro ma rilevanti sono anche le spedizioni all’estero di ortofrutta, quelle di pasta, di olio di oliva e formaggi».

«L'andamento sui mercati internazionali - analizza la Coldiretti estense - potrebbe ulteriormente migliorare da una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili. L’agropirateria internazionale sui prodotti italiani vale 60 miliardi con quasi 2 prodotti alimentari di tipo italiano su tre che sono falsi, dal Parmesan diffuso in tutti i continenti, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America. Per non parlare di inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano “spacciate” come italiane».

«E in alcuni casi – continua la Coldiretti - sono i marchi storici ad essere “taroccati” come nel caso del prosciutto San Daniele prodotti in Canada. In questo caso un appuntamento determinante è la trattativa sull'accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip), che ha avuto una anticipazione nell’analogo negoziato condotto il Canada». «

«Continuare a chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi è inaccettabile perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori e l’Ue - chiude la Coldiretti - ha il dovere di difendere prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione sotto un rigido sistema di controllo». (a.t.)