La Nuova Ferrara

Ferrara

Dopo oltre un secolo catalogata la vegetazione della provincia da un pool di studiosi

Piante, arbusti e fiori: siamo sempre più verdi

Piante, arbusti e fiori: siamo sempre più verdi

Da oltre un secolo non veniva pubblicato un catalogo della flora del Ferrarese. Risale infatti al 1909 il “Contributo alla flora vascolare della Provincia di Ferrara” di Revedin. Da quel tempo ormai...

26 maggio 2014
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Da oltre un secolo non veniva pubblicato un catalogo della flora del Ferrarese. Risale infatti al 1909 il “Contributo alla flora vascolare della Provincia di Ferrara” di Revedin. Da quel tempo ormai molto lontano molte cose sono avvenute e i cambiamenti hanno influito anche sulla flora che – sapendola leggere ed interpretare – è un fedele indicatore dello stato del territorio e delle sue modificazioni.

Il nuovo volume “La Flora del Ferrarese” di Filippo Piccoli, Mauro Pellizzari e Alessandro Alessandrini (e la collaborazione di Lisa Brancaleoni, Giampaolo Balboni e Nicola Merloni) è frutto di un progetto pluridecennale ed è risultato di esplorazioni sistematiche e quanto più accurate possibile del territorio. Sono stati analizzati sia i lembi di maggiore e più noto valore naturalistico, come il Delta del Po (il Gran Bosco della Mesola, le zone umide salmastre, le dune costiere), le Dune di Massenzatica, la Foresta Panfilia, Campotto e Valle Santa. Ma sono stati esplorati anche luoghi meno importanti, in quanto più modificati, ma ricchi di specie diverse e per gran parte di origine esotica: le aree urbane, i canali, i campi, le aree industriali dismesse, le aree ferroviarie.

Confluiscono qui anche i dati raccolti dai predecessori, a partire dai botanici ottocenteschi, esponenti della Scuola Botanica Ferrarese che tanto lustro ha dato alla città. Le loro opere a stampa, ma anche i campioni essiccati oggi conservati nell’Erbario ferrarese sono stati analizzati e archiviati. E’ stata così trovata testimonianza della presenza, storica e attuale, di oltre 1300 entità sistematiche diverse. Tra queste un numero significativo è oggi scomparso; soprattutto si tratta di piante di ambienti umidi, ma anche commensali di colture. Molte piante sono state rinvenute per la prima volta e se ne dà notizia proprio in questa sede.

L’analisi delle modificazioni della flora permette di trarre alcune conferme del considerevole aumento della pressione dell’uomo sull’ambiente che viene testimoniato dall’impoverimento della flora originaria e dal forte incremento della flora esotica ma anche di quella genericamente ruderale. Sono fenomeni generali che anche nel Ferrarese si esprimono con evidenza. “La Flora del Ferrarese” non è una guida al riconoscimento; tuttavia un significativo apparato fotografico permette di farsi un’idea di alcune delle piante trattate e anche della loro rasserenante bellezza.

Filippo Piccoli, già docente di Botanica Sistematica presso l’Università di Ferrara, in molti anni di attività scientifica ha rivolto la sua attenzione su argomenti floristici e vegetazionali, con indagini su ambienti naturali dalla pianura alla montagna. Mauro Pellizzari, docente di scienze nella scuola secondaria, svolge da molto tempo ricerche in campo botanico, finalizzate alla conoscenza della flora, della vegetazione e degli habitat, soprattutto nel territorio della pianura e della costa dell’Emilia-Romagna. Università ed altri Enti si avvalgono della sua collaborazione, espressa anche con numerose pubblicazioni scientifiche.

Alessandro Alessandrini, dell’Istituto Beni Culturali, indaga da diversi decenni la flora dell’Emilia-Romagna, attraverso la esplorazione territoriale e la raccolta di dati attuali e storici; la sua attività si concretizza spesso in collaborazione con altri esperti. Su questi argomenti ha pubblicato numerosi lavori.

Il volume è stato presentato sabato alla biblioteca Ariostea nel corso di un incontro promosso dal Garden Club presieduta da Giulia Vullo.