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L’Asl apre gli ospedali di comunità

L’Asl apre gli ospedali di comunità

Dall’1 giugno il nuovo modello di assistenza. Novità per Copparo e Comacchio, dove torna anche il punto di soccorso estivo

27 maggio 2014
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«Non ci saranno le porte sbarrate per nessun paziente. Negli ospedali di comunità potranno essere ospitate anche persone che provengono da zone lontane dalla struttura di riferimento di un territorio», assicura il direttore generale dell’Asl, Paolo Saltari.

L’allarme lanciato dai sindacati Fp-Cgil e Fials alla vigilia dell’incontro con l’Asl, programmato per ieri , non è passato inosservato ai piani alti dell’azienda sanitaria. I dubbi espressi dai sindacati evidenziavano la possibilità di una ricettività “esclusiva” da parte delle nuove strutture che entreranno in funzione al posto degli ex ospedali di Copparo, Comacchio e Bondeno (dove manca ancora, a causa dei danni causati dal terremoto, il servizio che dovrà sostituire l’ex Borselli). Un intero pezzo della sanità provinciale si appresta a cambiare pelle coinvolgendo nel piano di riorganizzazione decine di migliaia di residenti e il personale dei futuri ospedali di comunità.

Dal prossimo 1 giugno viene avviata «sperimentalmente», infatti, la trasformazione del S. Giuseppe di Copparo e del S. Camillo in centri «che assomigliano, per certi aspetti, a residenze sanitarie assistenziali dove i pazienti non saranno più ricoverati, come negli ospedali, ma ospitati», precisa Saltari. Gli ospedali di comunità sono gestiti da personale infermieristico i cui turni coprono l’intero arco della giornata e della notte (h24). Ad affiancare gli operatori non ci sono medici ospedalieri, ma medici di medicina generale. Il posto letto viene riservato a persone che necessitano di trattamenti terapeutici che non possono essere somministrati a domicilio per carenza di strutture o personale, sottolinea Saltari, e che non possono essere ricoverate in ospedali ordinari, cioè riservati a pazienti acuti. «In queste strutture gli ospiti possono essere assistiti per periodi che possono allungarsi fino a 30 giorni», ricorda il direttore dell’Asl. A regime i posti letto saranno 20 a Copparo, 20 a Bondeno e 20 a Comacchio, annuncia Saltari. Una ventina, tra infermieri e oss, sono le unità di personale che svolgeranno il proprio servizio in ogni centro. Sul litorale, però, si prospetta un’altra novità. Dal primo giugno sarà aperto anche il punto di primo soccorso di Comacchio, chiuso per la prima volta nell’autunno scorso per essere riattivato nella stagione estiva. «Tutti gli impegni assunti saranno rispettati», conclude il direttore generale che proprio per illustrare le novità ha incontrato ieri i sindacati.

«Stiamo parlando di strutture intermedie - è il commento di Marco Blanzieri, della Cgil-Sanità - negli ospedali di comunità l’ingresso dei pazienti avverrà attraverso i medici di medicina generale del territorio, in seguito a trasferimento dai reparti ospedalieri, attraverso l'invio da parte delle assistenti sociali, dagli infermieri dell'Assitenza domiciliare e dell'Unità di valutazione geriatrica». Modalità di accesso, comunicate ieri durante la riunione, che hanno consentito di sciogliere «le riserve che avevamo - dichiara Blanzieri - legate al fatto che in un documento ufficiale l'ammissione dei pazienti veniva garantita esclusivamente agli assistiti dei medici del locale Nucleo di cure primarie».

Mirella Boschetti, segretaria della Fials, mantiene «le riserve sul piano in vigore dall’1 giugno, che viene a coincidere con una riorganizzazione generale dei posti letto della sanità locale. Abbiamo chiesto il rinvio dell’applicazione di questi modelli di assistenza, ma l’azienda sanitaria ci ha risposto di no». In effetti «la risposta che gli accessi saranno gestiti con una certa flessibilità ci ha un po’ rassicurati - è il giudizio della sindacalista - ma restano i dubbi sui tempi, che a nostro avviso dovrebbero essere dilazionati. Attualmente i pazienti presenti a Copparo e a Comacchio sono rispettivamente 12 e 10, quindi - anche se per il periodo di transizione - di fatto si vanno a perdere altri posti letto. Voglio anche dire che al punto di primo soccorso di Comacchio saranno in servizio un medico e un infermiere mentre non è previsto l’oss nel turno di notte. Così si perde un’ulteriore possibilità di controllo sull’utenza in coda».