La Nuova Ferrara

Ha ottenuto uno sconto di due anni: la condanna a 8 anni inflitta in primo grado dal giudice Tassoni è stata abbassata ieri a 6 anni dalla Corte d’Appello di Bologna e ora Massimiliano Liboni, 48 anni, in carcere dal 14 novembre 2012 per aver aggredito il padre, potrà sperare di ottenere l’affidamento in prova ai servizi sociali, come gli stessi suoi familiari - che non l’hanno mai abbandonato - si augurano.

Una vicenda giudiziaria e una tragedia familiare quella scoppiata la notte del 14 novembre di due anni fa. Massimiliano, già seguito da tempo dal servizio di igiene mentale, rincasò in piena notte in stato di forte alterazione alcolica: in cucina prese un coltello con lama di 30 centimetri, entrò nella camera da letto in cui dormiva il papà ottantenne e, senza alcun motivo, lo colpì all’addome, a un fianco, alla spalla e, quando l’anziano genitore cercò di difendersi, a una mano. Poi corse a rifugiarsi nella sua stanza dove i carabinieri lo trovarono e lo arrestarono. Il papà venne ricoverato all’ospedale di Cona in prognosi riservata, ma fin dal processo di primo grado - concluso nell’ottobre scorso - l’anziano si era detto disponibile a riaccogliere in casa il figlio bisognoso dell’aiuto dei genitori. L’accusa a carico di Massimiliano Liboni - tentato omicidio - unita alla perizia psichiatrica che lo dichiarava capace di intendere e volere, portarono però a una condanna a 8 anni, tre in più di quelli chiesti dalla procura. «Molto probabilmente i giudici d’Appello hanno ritenuto prevalenti le attenuanti - dichiara l’avvocato David Zanforlini, difensore dell’imputato - In questo modo il mio assistito, che ha bisogno di cure, potrà sperare di ottenere l’affidamento in prova».

Alessandra Mura