La Nuova Ferrara

Ferrara

Il colpo di scena blocca il processo

di Alessandra Mura

Broker accusato di aver sottratto 180mila euro ai clienti si presenta in aula con le ricevute: «Ho restituito tutto!»

28 maggio 2014
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Doveva essere il giorno della sentenza, ma l’imputato se ne è uscito a sorpresa (anche del suo difensore) con un colpo di teatro che ha rimesso tutto in discussione e indotto il giudice ad aggiornare il processo al 25 giugno. Il processo è quello a carico di Alessandro Taddia, 39 anni, imputato per truffa ed esercizio abusivo della gestione del risparmio. Secondo l’accusa - che ha già chiesto tre anni e mezzo di condanna - avrebbe raggirato due coppie di anziani, facendo confluire su suoi conti correnti personali 180 mila euro sottratti ai suoi “clienti”. Ieri però Taddia ha interrotto la contumacia e si è presentato in aula chiedendo di rendere dichiarazioni spontanee. «Ho restituito tutto, fino all’ultimo euro!», ha proclamato sventolando a riprova una serie di ricevute firmate, a suo dire, da coloro che lo hanno denunciato. Documenti che il giudice Attinà ha acquisito riservando accertamenti sulla loro validità. Su quelle ricevute saranno poi interpellate le parti offese e le parti civili all’udienza fissata a fine giugno, durante la quale potrebbe tenersi anche l’esame dell’imputato. «Un colpo di scena in piena regola - commenta l’avvocato Alberto Campili che tutela una coppia di agricoltori costituitasi parte civile - I miei assistiti in questa vicenda ci hanno rimesso almeno 57mila euro, e alle ripetute richieste di sostituzione l’imputato si era reso irreperibile». «Tra le carte incluse nel fascicolo dibattimentale - frena l’avvocato Arianna Massarenti, che assiste un’altra coppia, parte offesa, che ha denunciato la perdita di 120mila euro - ci sono già altri documenti con firme non riconosciute come proprie dai clienti. Il giudice ha ricordato all’imputato che se le ricevute prodotte non dovessero risultare autentiche, la sua posizione processuale si aggraverebbe».

I fatti contestati a Taddia, che solo per alcuni mesi ebbe effettivamente l’abilitazione di promotore finanziario, risalgono al 2007-2008, quando convinse i clienti a trasferire i loro risparmi in un’altra filiale della loro banca e effettuare altri investimenti. I soldi però, anziché confluire nelle nuove posizioni bancarie dei clienti, vennero dirottati - come appurato da procura e Finanza - su conti correnti personali intestati a Taddia.