L’arresto dell’ex ministro: conto cifrato in Svizzera per Clini
L’ingegnere padovano Augusto Pretner non ha risposto ieri ai magistrati. Non si sa se farà lo stesso l’ex ministro Corrado Clini che verrà sentito oggi a Ferrara.
L’ingegnere padovano Augusto Pretner non ha risposto ieri ai magistrati. Non si sa se farà lo stesso l’ex ministro Corrado Clini che verrà sentito oggi a Ferrara. Dopo gli arresti dei giorni scorsi, l’inchiesta sui soldi pubblici distratti dai fondi per il progetto «New Eden» in Iraq, riparte dal primo piano del palazzo del tribunale di Ferrara, dall’ufficio del gip Piera Tassoni dove ieri mattina si è svolto il primo interrogatorio, «muto», di Pretner, accusato in concorso in peculato con l’ex ministro.
Tre milioni distratti. Gli inquirenti si aspettavano chiarimenti e spiegazioni sul flusso di denaro distratto, 3 milioni 170 mila euro dai 54 milioni investiti dal Ministero per l’ambiente e finito, dopo triangolazioni vertiginose in mezzo mondo, in un conto cifrato alla Usb Lugano Bank. Il conto cifrato di Clini era denominato «Pesce», come spiega lo stesso giudice Tassoni nella sua ordinanza di 48 pagine, ricostruendo il percorso del denaro. Le somme distratte attraverso un sistema di fatture false e società con sede in paradisi fiscali, scrive il giudice, «una volta pervenute sul conto intestato a Coolshade Enterprise di Augusto Pretner erano con un primo passaggio versate con bonifico, per il solo transito di denaro, al conto corrente bancario Limecross Limited Tortola, facente capo ad un intermediario svizzero e con un secondo passaggio, nella stessa data del ricevimento, trasferite con bonifico, per pari importo ed in dipendenza del codice, su altri conti correnti (in Svizzera, ndr) , identificati con tre codici: Schiavo, Sole e Pesce».
Schiavo, Pesce e Sole. Il conto Sole - spiega il giudice citando le prove raccolte dagli inquirenti - si identifica in Augusto Pretner. Pesce in Corrado Clini. Il terzo è di una persona deceduta. Sul conto Pesce di Clini, secondo l'accusa, finiscono otto bonifici per un totale di 1.020.000 tra il 14 ottobre 2008 e il 22 giugno 2011. Quel conto, si legge nell'ordinanza, «è stato aperto il 13 giugno 2005: trattasi di relazione cifrata il cui titolare è Corrado Clini».
Alla Usb Lugano bank. Queste le prove con le quali i pm Proto e Di Benedetto hanno chiesto e ottenuto dal gip Tassoni gli arresti di Pretner e Clini. Ed ecco il motivo dell’arresto, secondo il giudice: «Può affermarsi, con elevato grado di gravità indiziaria - scrive nell'ordinanza - che le somme di denaro confluite sui conti di Corrado Clini (1.020.000) e di Augusto Pretner (2.030.000) sono parte dei finanziamenti stanziati dallo Stato italiano per la realizzazione del progetto New Eden».
Da Amsterdam all’Iraq. Soldi che, accreditati sul conto corrente alla Usb Lugano Bank, provengono secondo gli inquirenti dai bonifici con cui Nature Iraq /Free Iraq foundation pagavano le fatture emesse da Gbc di Amsterdam, società di servizi diventata cartiera, che - guarda caso - dalle indagini risulta non aver svolto attività in Iraq, nei loro confronti: dunque produceva solo carta, fatture false, per conto del consorzio Nature Iraq, di cui facevano parte anche studi tecnici italiani.
Nove bonifici a Gbc. I nove «bonifici di pagamento a Gbc (che poi ha girato le somme a Orient Invest ltd) - scrive il giudice - sono stati effettuati da Nature Iraq/Iraq foundation utilizzando parte dei finanziamenti stanziati nell'ambito del progetto New Eden». Bonifici, prosegue la Tassoni, «sorretti da un castello di fatture false» che «si risolvevano in dazioni di denaro prive di reale causa lecita al solo fine di consentire il trasferimento sul conto svizzero presso Ubs Lugano Bank del denaro proveniente dai fondi erogati dallo Stato italiano».
Sul conto personale. Da qui i fondi finivano «sul conto corrente di Clini, direttore generale del ministero, firmatario dei provvedimenti di erogazione dei finanziamenti». In tutte le carte del progetto Eden e i pagamenti alle società di ingegneria del consorzio Nature Iraq, coinvolte nell’inchiesta (La Sgi di Padova di cui Pretner è socio e la Med Ingegneria di Ferrara, coinvolta solo per frode fiscale) c’era sempre la firma di Clini.
Appropriazione di denaro. Lui, proprio lui, l’ex ministro dell'Ambiente, direttore generale dello stesso ministero e gli altri indagati, per il giudice, «hanno messo in atto un complesso e sofisticato meccanismo, preordinato all'appropriazione di denaro pubblico, conseguendo ingenti profitti». Il gip spiega perchè sono stati necessari gli arresti (gli inquirenti volevano il carcere, lei ha concesso i domiciliari) : «Il pericolo di reiterazione del reato - spiega - s'individua nella già reiterata condotta criminosa protrattasi nel tempo e tesa alla ripetizione dei reati».
Arresti necessari. Dunque, le esigenze cautelari nei confronti dell'ex ministro e di Pretner «sono importanti» perchè la loro azione «si è protratta nel tempo» e sia Clini sia gli altri destinatari del provvedimento «rivestono ancora i ruoli che hanno consentito di commettere l'illecito». «Di fronte ad una tale organizzazione - scrive il giudice nell'ordinanza - la distanza temporale dai fatti non corrisponde ad un affievolimento delle esigenze cautelari».
Pericolo di reiterazione. «Il pericolo di reiterazione - spiega il gip - sussiste in virtù dell'attività continuativamente attuata per ben quattro anni». E dunque questo pericolo di ripetere il reato si rafforza per la condotta di Clini e gli altri nel tempo.
Troppe complicità. Il gip ricorda inoltre che gli indagati sono legati da «vincoli di complicità» consolidati nel tempo e hanno attuato una condotta che riguarda «più fatti di peculato posti in essere in esecuzione di un medesimo disegno criminoso volto ad appropriarsi di risorse pubbliche». «Le società irachene ricevettero i finanziamenti per perseguire finalità pubbliche - scrive il giudice -. Vi era quindi l'obbligo di destinazione delle somme alle finalità proprie del progetto finanziato; il denaro corrisposto per il progetto non poteva certamente rientrare nella privata disponibilità dei due indagati. In ogni caso certamente non poteva essere trasferito nella disponibilità di Clini che delle stesse somme aveva disposto l'erogazione».