La vittima non ricorda
Troppo forte lo choc provato il pomeriggio del 15 aprile, quando una banda di malviventi lo legò nella sua gioielleria del Barco e lo rapinò di preziosi per 20mila euro. L’anziano titolare della...
Troppo forte lo choc provato il pomeriggio del 15 aprile, quando una banda di malviventi lo legò nella sua gioielleria del Barco e lo rapinò di preziosi per 20mila euro. L’anziano titolare della gioielleria Martini ieri non è stato in grado di ricostruire con precisione la sequenza degli avvenimenti o attribuire a ciascun indagato il ruolo svolto durante l’incursione a volto scoperto, nè è riuscito a riconoscere uno degli arrestati, nel corso di un “confronto all’americana”. L’incidente probatorio che si è tenuto ieri davanti al gip Bighetti aveva appunto l’obiettivo di chiarire la ricostruzione dei fatti e valutare la posizione di uno dei sei arrestati, Gerald Hida, catturato dai carabinieri non nell’immediatezza del colpo, ma poco dopo, a casa sua in via Maragno. L’uomo, assistito dall’avvocato Salvatore Mirabile, ha sempre sostenuto di non aver partecipato alla rapina e visto l’esito dell’incidente probatorio (che entrerà a far parte del fascicolo d’indagine), il suo difensore chiederà ora la revoca della misura restrittiva. Oltre a Gerald Hida, altre cinque persone si trovano in carcere per la rapina alla gioielleria Martini.