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FERRARA DOPO IL VOTO

di Marcello Pradarelli

A tre giorni dal voto la configurazione della giunta di Tagliani si sta definendo. Il sindaco non ha ancora sistemato tutte le nove caselle, ma almeno quelle del Pd sono davvero a buon punto. A meno...

29 maggio 2014
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A tre giorni dal voto la configurazione della giunta di Tagliani si sta definendo. Il sindaco non ha ancora sistemato tutte le nove caselle, ma almeno quelle del Pd sono davvero a buon punto. A meno di clamorose sorprese cinque degli otto assessori che componevano la squadra di Tagliani saranno riconfermati nei loro ruoli chiave, pur con qualche probabile aggiustamento delle deleghe.

I 7 Pd. Massimo Maisto potrà ancora fregiarsi della carica di vice sindaco con competenze su cultura e turismo. Ai lavori pubblici (più Palio) resta saldamente ancorato Aldo Modonesi, il quale potrebbe rimanere a lungo nella formazione oppure mettersi a fare il pendolare di lusso tra Ferrara e Bologna se staccherà il ticket per il consiglio regionale o addirittura la giunta. Se ne riparlerà nei prossimi mesi.

Al bilancio il nome di Luigi Marattin è fuori discussione: nei quattro anni da assessore (all’inizio c’era Roberto Polastri) ha eseguito a dovere il compito di ridurre il debito del 30%, ora - oltre a tenere sotto controllo le spese - dovrà reperire risorse per gli investimenti necessari alla crescita. Urbanistica ed Edilizia continueranno ad essere presidiati da Roberta Fusari, alle prese con l’attuazione pratica del Piano operativo comunale, altro potenziale volano di sviluppo se la crisi del mattone si stempererà. La quinta riconferma è per Chiara Sapigni, che conserverà sicuramente sanità e servizi sociali, mentre potrebbe cedere la sicurezza.

New entry. Le novità targate Pd sono l’ex capogruppo Simone Merli e Caterina Ferri. Con loro si arriva a 7 democratici in giunta. A Merli, che fino a pochi mesi fa era anche segretario comunale, dovrebbe essere affidato il raccordo con il territorio orfano delle abolite Circoscrizioni più, forse, lo Sport. Alla Ferri, attuale assessore provinciale alle attività produttive, potrebbero essere affidati i fondi Ue tanto cari a Tagliani.

I 3 out. Se questo sarà la schema, sono destinati a uscire dalla scena del governo l’assessore a Sport e Decentramento Luciano Masieri (Pd), la socialista Deanna Marescotti che aveva le attività economiche, e l’assessore all’ambiente Rossella Zadro, che paga il modestissimo risultato della lista Centro Democratico-Vota per Fe.

Concreta ambizione. La civica Ferrara Concreta ambisce alle Attività economiche e al Commercio e potrebbe vedere soddisfatta la richiesta: in tal caso se la giocherebbero Roberto Serra e Paolo Orsatti, anche se la rosa che verrà consegnata a Tagliani comprenderà altri nomi come quelli di Francesco Levato e Davide Bertasi e Camilla Zanardi.

Una poltrona per due. Per Sel l’ideale sarebbe l’Ambiente, ma Sel ha anche bisogno di marcare politicamente il suo ingresso in giunta. Anche in questo caso Tagliani sceglierà la persona che ritiene più idonea dalla rosa che i vendoliani gli presenteranno. Salgono comunque le quotazioni della segretaria provinciale Annalisa Felletti e a seguire quelle del dirigente cittadino Vincenzo Langella. Con la Felletti la giunta sarebbe anche sessualmente più equilibrata: 5 uomini e 4 donne.

Obtorto collo. Girolamo Calò per adesso deve abbandonare l’idea di fare l’assessore per assumere il ruolo istituzionale di presidente del consiglio comunale. Niente da fare, al momento, anche per Paola Boldrini. Ma i giochi potrebbero riaprirsi presto con le regionali del 2015.

Spoil system renziano. Dopo la giunta ci sono da sistemare le aziende di diretta emanazione comunale: la Holding Ferrara Servizi presieduta da Paolo Paramucchi, le Farmacie Comunali (Afm) presiedute da Sergio Caselli, l’Amsef di cui Paolo Panizza è amministratore unico. I tre, come da consuetudine, dopo il voto amministrativo rassegneranno il loro mandato nelle mani del sindaco. In più c’è l’Asp, dove il presidente è Sergio Gnudi; l’Azienda per i servizi alla persona opera anche per conto di Voghiera e Masi Torello, ma la nomina del vertice dipende da Ferrara.

Se Taglianio seguirà lo schema usato per la giunta, che è quello di mantenere l’ossatura, Paramucchi non corre rischi visto che è la Holding ad avere il controllo sulle creature municipali, compresa Ferrara Tua, che non ha più apici “politici”.

È prevedibile, invece, che qualcosa cambierà tra Amsef, Afm e Asp, anche perché alla loro testa vi sono tre esponenti Pd non renziani e un minimo di spoil system ad uso interno del Pd c’è da aspettarselo. La posizione più stabile appare quella di Panizza, vacillano di più le presidenze di Caselli e Gnudi. Chissà, forse la riconoscenza di Tagliani per la Zadro potrebbe tradursi in un incarico aziendale, sebbene anche su questo terreno la concorrenza sia forte e gli appetiti robusti.

Il dopo Provincia. Sullo sfondo, ma non troppo, vi sono anche Sipro (presidente Gianluca Vitarelli) e Ami (amministratore unico Giuseppe Ruzziconi). Il Comune detiene il 45% di Sipro e il 40% di Ami, ma con il venire meno della Provincia, il Comune di Ferrara diverrà in un modo o nell’altro il primo azionista. Sia Vitarelli che Ruzziconi hanno con Tagliani buoni rapporti e forse non hanno molto da temere. Il Comune partecipa con il 22% anche Ferrara Fiere, dove siede Nicola Zanardi.